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sabato 15 settembre 2012

Maria Donna del dolore e Donna della Speranza - "Maria, Donna dell'ultima ora" di Don Tonino Bello e la Pietà di Michelangelo

... Sembra che alla Madonna non si sappia chiedere altro: «Prega per noi peccatori». Forse perché, in fondo, l'essenziale sta lì. Tutto il resto è corollario di quell'unica domanda. Ed ecco allora, per cinquanta volte, la stessa supplica struggente: «Adesso e nell'ora della nostra morte». 
Viene da chiedersi, comunque, perché mai l'Ave Maria essenzializzi a tal punto l'implorazione da ridurla a una sola richiesta. 
Le ragioni possono essere due. 
Anzitutto, Maria è esperta di quell'ora. Perché fu presente all'ora del Figlio. Ne visse, cioè, da protagonista la peripezia suprema di morte e glorificazione, verso cui precipita tutta la storia della salvezza. In quell'ora, Gesù le ha consegnato i suoi fratelli simbolizzati da Giovanni, perché li considerasse come suoi figli. 
Da quel momento lei è divenuta guardiana della nostra ultima ora, e si rende presente in quella frazione di tempo in cui ognuno di noi si gioca il suo eterno destino. 
Il secondo motivo sta nel fatto che l'hora mortis è un passaggio difficile. Un transito che mette paura, per quella carica di ignoto che si porta incorporata. Una transumanza che sgomenta, perché è l'unica che non si può programmare nei tempi, nei luoghi e nelle modalità. È come affrontare un'esile passerella di canne che oscilla sul vortice di un larghissimo fiume, pronto a inghiottirti. 
Di qui, il realismo della preghiera: «Ora pro nobis... nunc et in hora mortis nostrae». 
Tu, cioè, che sei esperta di quell'ora, dacci una mano perché ognuno, quando essa scoccherà sul quadrante della sua vita, l'accolga con la serenità di Francesco d'Assisi: «Laudato sie, mi Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullo homo vivente può skappare». 
Santa Maria, donna dell'ultima ora, quando giungerà per noi la grande sera e il sole si spegnerà nei barlumi del crepuscolo, mettiti accanto a noi perché possiamo affrontare la notte. È un' esperienza che hai già fatto con Gesù, quando alla sua morte il sole si eclissò e si fece gran buio su tutta la terra. Questa esperienza, ripetila con noi. Piàntati sotto la nostra croce e sorvegliaci nell'ora delle tenebre. Liberaci dallo sgomento del baratro. Pur nell'eclisse, donaci trasalimenti di speranza. Infondici nell'anima affaticata la dolcezza del sonno. 
Che la morte, comunque, ci trovi vivi! 
Se tu ci darai una mano, non avremo più paura di lei. 
Anzi, l'ultimo istante della nostra vita lo sperimenteremo come l'ingresso nella cattedrale sfolgorante di luce, al termine di un lungo pellegrinaggio con la fiaccola accesa. Giunti sul sagrato, dopo averla spenta, deporremo la fiaccola. Non avremo più bisogno della luce della fede che ha illuminato il nostro cammino. Ormai saranno gli splendori del tempio ad allagare di felicità le nostre pupille...
Leggi tutto: Maria, Donna dell'ultima ora di Don Tonino Bello

La celebre Pietà scolpita da Michelangelo è conservata nella basilica di San Pietro in Vaticano di Roma ed è l'unica opera firmata dall'autore (lungo la cintura che tiene la veste)


Per saperne di più sulla Pietà di Michelangelo: La Pietà Vaticana