Ecco la regina
che germoglia da Iesse
Come prima grande festa dell’anno liturgico, l’8 settembre la tradizione bizantina celebra la Nascita della Madre di Dio, con un giorno di prefesta e quattro di ottava (solo quattro per la vicinanza con la seconda delle grandi feste, quella dell’Esaltazione della santa Croce il 14 dello stesso mese).
L’icona della festa è molto simile a quelle della nascita di Giovanni Battista e nascita di Cristo: Anna sdraiata al centro della scena iconografica e accudita da tre donne, guarda Gioacchino oppure la neonata, che viene lavata e curata dalle levatrici. A un lato dell’icona troviamo Gioacchino che guarda la moglie e la bimba.
L’amore sponsale dei due anziani è sottolineato dal loro sguardo tenero e sereno. Due donne lavano Maria, avvolta in fasce come Cristo nell’icona di Natale e come l’anima di Maria accolta in cielo da Cristo stesso nell’icona della Dormizione della Madre di Dio. Come se il ciclo liturgico, in questa sua prima grande festa, volesse ricordarci attraverso l’icona l’ultima delle grandi feste, quella appunto della Dormizione: il mistero della nascita della Madre di Dio e quello della sua glorificazione in cielo.
Nell’ufficiatura, tema di sottofondo è la gioia che la nascita di Maria porta a tutto il mondo, per la sua nascita, ma anche perché questa preannuncia quella di colui che da lei si incarna per opera della Spirito Santo: «Con la tua natività, o immacolata, sono sorti sul mondo i raggi spirituali della gioia universale, che a tutti preannunciano il sole della gloria, Cristo Dio perché sei tu che ci procuri la presente letizia, sei tu la causa della gioia futura, tu il gaudio della divina beatitudine».