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sabato 19 novembre 2022

Etty Hillesum: “Lasciatemi essere il cuore pulsante di questa baracca” - Aurelio Antista (VIDEO INTEGRALE)

Etty Hillesum:
“Lasciatemi essere il cuore
pulsante di questa baracca”
Aurelio Antista, Carmelitano

(VIDEO INTEGRALE)


Quinto dei Mercoledì della Spiritualità 2022
tenuto il 9 novembre 2022
e promossi dalla
Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto



1. Gli inizi del suo percorso di crescita
Il 1°settembre 1939 la Germania nazista invade la Polonia: scoppia la seconda guerra mondiale. Il 10 maggio 1940 la Germania aggredisce l’Olanda. Il porto di Amsterdam è in fiamme, e tutto il paese in subbuglio. Il 15 maggio l’esercito olandese si arrende alla furia inarrestabile delle armate tedesche. Le autorità militari e le SS. di Hitler prendono in mano la gestione politica e sociale delle città. Subito vengono emanati i decreti che limitano la libertà degli ebrei. Il paese non assiste inerte alla violenza nazista: professori, studenti e operai protestano e scioperano. Ma la reazione degli occupanti è immediata e violenta, ci sono scontri e arresti in massa. Viene instaurata la legge marziale. Gli olandesi sono costretti con la violenza al silenzio. Questa la situazione in Olanda durante l’occupazione nazista: il momento è uno dei più cupi di tutta l’Europa. In questo clima, l’8 marzo 1941, ad Amsterdam, Etty Hillesum, una ragazza ebrea di 27 anni, inizia a scrivere il suo Diario. È nata nel 1914 a Widdelburg in una famiglia della borghesia intellettuale ebraica. Il padre, Luis, insegna lettere al liceo locale. La madre, Riva, è una profuga dalla Russa. Etty ha due fratelli: Jaap e Mischa. Nel 1932, finito il liceo si trasferisce ad Amsterdam e si iscrive in Giurisprudenza. Consegue la laurea, ma non è soddisfatta degli studi fatti, quindi si iscrive in Lingue Slave. Predilige la lingua e la letteratura russa. Dà lezioni private per mantenersi agli studi. Si interessa alla psicologia
...
6. Etty, figura attualissima per il nostro tempo
 La figura e la testimonianza di Etty Hillesum è oggi studiata da psicologi e teologi, da pedagogisti e antropologi; tutti restano meravigliati della sua personalità, della sua crescita interiore e dell’attualità del suo messaggio. Vorrei sottolineare alcuni punti-forza del suo cammino. Etty è una creatura debole e fragile, come tanti giovani (e meno giovani) di oggi. La sua psiche è in disordine e ridotta in macerie, «un gomitolo aggrovigliato», si definisce lei stessa. Eppure è animata da una grande determinazione nel voler risalire la china: «Devo lavorare molto per diventare una persona adulta». Condotta per mano da un educatore (Julius Spier), impara ad ascoltare e a coltivare la sua interiorità, impara ad unificare e armonizzare i moti e le esigenze del corpo e dello spirito. In questo lavorìo interiore, Etty incontra Dio che le si rivela presente nel suo intimo più profondo come sorgente da cui zampilla vita, gioia, pace. Primo frutto di questo incontro è la preghiera che lei vive come un colloquio ininterrotto con il Signore il quale la apre all’amore e al servizio verso i fratelli: «Mi hai resa così ricca, mio Dio, lasciami dispensare agli altri a piene mani». Etty rende la sua anima un “campo di battaglia” dove ogni giorno affronta la lotta per estirpare ogni erbaccia: l’odio, la rivalsa, il risentimento. «Ognuno di noi deve raccogliersi e distruggere in se stesso ciò per cui ritiene di dover distruggere gli altri!», dice a se stessa e agli amici. Questa consapevolezza e decisione genera in lei “una grande forza interiore” che le consente di affrontare con maturità ed equilibrio quel grande fiume di dolore che è l’Olocausto e a vivere con serenità e forza d’animo nel campo di Westerbork dove sceglie di svolgere un servizio di volontariato. Qui Etty accoglie i deportati, una marea di gente dolente e sbandata. Per ogni persona ha una parola e un gesto di attenzione e di conforto; partecipa al loro dolore, soffre della loro sofferenza. Aiuta tutti a tenere accesa la fiammella della speranza. Con la medesima forza d’animo affronta il suo viaggio verso Auschwitz: «Abbiamo lasciato il campo cantando!». Confrontarci con la personalità e le conquiste di Etty, può risultare anche per noi, oggi, motivo di consolazione e di sfida per diventare più umani e per non perdere la speranza in questi giorni bui che stiamo vivendo
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