"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Vangelo:
Il brano del Vangelo di questa Domenica, che fa parte della sezione chiamata: la grande Apocalisse (Lc 21,5,36), ha come tema di fondo il destino universale della storia umana. Apocalisse significa rivelazione, svelamento, e nulla ha a che fare con catastrofi e distruzioni, non parla di chissà quali realtà occulte, ma del senso profondo e ultimo della vita. L'evangelista non ha intenzione di terrorizzare il lettore, piuttosto lo invita a togliere il velo che le tante paure hanno posto davanti ai suoi occhi, perché possa contemplare la vita con lo stesso sguardo di Dio. Attraverso un linguaggio a tinte forti (apocalittico, appunto) l'autore del Vangelo indica che non si sta procedendo verso la fine, bensì verso il fine della creazione, che «nel continuo dissolversi del mondo vecchio è celata la nascita di quello nuovo» (cit.). Dio porta a compimento nella storia dell'uomo il suo disegno d'amore nel dono del suo Figlio, attraverso il suo mistero di morte e resurrezione. La croce, le sofferenze e la morte non devono mai scoraggiarci perché, nonostante queste, il Padre realizza il suo progetto di salvezza, in Gesù e in noi. La resurrezione di Gesù ce ne dà la certezza. «Ma il Regno di Dio sulla terra sarà sempre come un seme: piccolo, gettato e nascosto, e porterà i tratti del volto del Figlio dell'uomo, consegnato per noi alla morte» (cit.). Come per Gesù, anche per noi è di vitale importanza che non ci lasciamo guidare dalla paura della morte, origine di ogni egoismo e peccato. Abbandoniamoci, allora, con infinita fiducia nelle mani amorevoli del Padre, nella consapevolezza che, nel suo Figlio Gesù, la morte è vinta e sconfitta per sempre.