CARD. RAVASI:
«L’uomo d’oggi un’omelia intera,
anche del Papa, non la legge, niente da fare»
Intervista a cura di Iacopo Scaramuzzi
Da sempre attivo su Twitter, il cardinale Gianfranco Ravasi ha deciso di intensificare la sua presenza sul social proprio mentre l’arrivo di Elon Musk fa fuggire molti utenti. «Ho deciso di cambiare approccio ora che sono andato in pensione da prefetto del dicastero per la Cultura. Pongo domande, desidero interloquire. Quando ho scritto di X Factor ci sono state molte reazioni, anche negative, ma è uno stimolo a far sì che ognuno dica la sua sui soggetti culturali».
Lei ha i suoi hater?
«Qualcheduno, ma sono diminuiti. Quando un cantante ucraino ha vinto l’Eurovision ho messo una sua frase, tutto sommato innocua, e sono arrivate gli insulti dei filoputiniani! Ora succede di meno, vedono che gli altri argomentano, o che sono proprio io».
Ma ora che Musk ha comprato Twitter lei non pensa di uscirne?
(ride) «Ho riflettuto un po’ però all’interno dell’orizzonte culturale attuale se cominci a introdurre elementi di censura in tre quarti dei casi non dovresti essere presente. Il mio modello è Cristo, che era in cattiva compagnia in maniera sistematica! Poi, certo, qualora si raggiungessero livelli estremi allora dovresti condannare la cosa e andartene».
Musk è stato ricevuto di recente dal Papa.
«Gli ha regalato una miniatura di un’astronave SpaceX, e il Papa l’ha data a me da conservare: devo averla su di sopra».
Trump è stato bloccato, ma Twitter è rimasto popolare.
«Sì, io non sono molto capace con gli altri mezzi, Facebook, Instagram, ma questo è il mezzo tutto sommato più classico. Ha due caratteristiche fondamentali della comunicazione religiosa, l’essenzialità e la necessità di selezionare i temi».
Si può annunciare il Vangelo su Twitter?
«Si può dire che Cristo usava il tweet. Gli studiosi di esegesi parlano di un suo stile tipico, illogion, una parola greca che significa piccola frase: “Rendete a Cesare quel che è di Cesare, rendete a Dio quel che è di Dio”. Il tweet, se ben fatto, è lo sforzo di creare illogion moderno. L’uomo d’oggi un’omelia intera, anche del Papa, non la legge, niente da fare».
Lei usa spesso citazioni colte: una memoria portentosa...
«Di solito ricordo una frase, non tutto ma so dove trovarla. Camus, ad esempio: ricordo quando, come e dove l’ha detta, ho presente
anche la pagina del libro, la vado a cercare e la trovo».
Dicono che ricorda a memoria i numeri di telefono in base ai salmi .
(ride) «Un numero che ho recentemente imparato metteva insieme una serie di salmi che mi piacciono! Ma la memoria va esercitata, è come una lingua, altrimenti la perdi. L’arabo, ad esempio, lo leggo ancora un po’ ma non riesco più a parlarlo, il Corano non lo leggo tutti i giorni».
Una volta però l’hanno pizzicata: su Twitter ha messo una citazione di San Francesco che non era autentica, la stessa poi usata da Giorgia Meloni...
«Giusto! C’è un fenomeno generale di cui io pure mi dichiaro colpevole, la citazione dalla citazione. Le faccio un esempio, entrato persino nella lettera agli artisti di Giovanni Paolo II: la frase “per secoli i pittori hanno intinto il pennello nella tavolozza colorata che erano le Sacre Scritture”, il pittore Marc Chagall non l’ha mai detta, la sostanza sì».
Tra i suoi tweet più noti, la raccolta di cd che le regalò il Papa all’epoca di Sanremo.
«Me ne ha appena mandati altri, quelli che riceve me li inoltra. La musica popolare, Sanremo, sono fenomeni che vanno conosciuti. Una volta passeggiavo verso sera sul lungarno con Mario Luzi, si accendevano le finestre e si intravedevano i televisori azzurri, Luzi commentò: “Non si capisce se sono lì davanti con le mani alzate in segno di resa o di adorazione”».
Cosa consiglierebbe a Elon Musk?
«Le competenze valgono molto di più di un salario. Questo gli direi, di rispettare in maniera un po’ più intelligente la competenza. Tagliare per i numeri, per la borsa è anche ottusità, non solo mancanza etica».
Su cosa twitterà prossimamente?
«Vorrei proporre temi alti. Tra breve esce una mia “Breve storia dell’anima” per il Saggiatore, e un libro per il Mulino sul numero tre, la trinità. Ecco, l’anima, la trinità, la verità: ma bisogna essere capaci perché reggere questa cosa in 280 battute non è facile...».
(Fonte: La Repubblica -, 20 novembre 2022)