LE TRE ALI
L'esperienza di essere amato gratuitamente,
anche una sola volta nella vita, riempie tutto di senso,
risana in profondità chi si sente calpestato nell'anima.
I commenti di p. Ermes al Vangelo della domenica sono due:
- il primo per gli amici dei social
- il secondo pubblicato su Avvenire
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così». Lc 10,25-37
per i social
LE TRE ALI
La straordinaria intelligenza comunicativa di Gesù si svela con una storia semplice, che tutti possono capire.
Le sue parabole rappresentano la punta più alta e geniale, la più rifinita del suo linguaggio, non l'eccezione. Insegnava non per concetti, ma per immagini e racconti, che liberano la mente, la rendono leggera e immediata.
Ecco una delle storie più belle al mondo.
Un uomo scendeva, e guai se ci fosse un aggettivo: giudeo o samaritano, ricco o povero, può essere perfino un disonesto, un brigante anche lui.
E’ l'uomo, e tanto basta.
Non ne sappiamo il nome, ma sappiamo il suo dolore: ferito, colpito, terrore e sangue, faccia a terra. Simbolo di un oceano di uomini, derubati, bombardati, naufraghi, sacche di umanità insanguinata per ogni continente. Il mondo intero scende da Gerusalemme a Gerico, sempre.
Il primo che passa quella sera è un prete, che lo aggira, lo scansa, passa oltre.
Ma dov'è questo oltre? Cosa c'è oltre l’uomo? Il nulla. Tantomeno Dio.
Oltre il dolore dell'uomo, non ci sono il tempio e il culto, c'è solo l'illusione di una religione sterile come la polvere.
Nessuno può dirsi estraneo, nessuno può dire “si fermino gli altri”.
Bisogna avvicinarsi, vedere gli occhi, ascoltare il respiro, allora ti accorgi che quell'uomo è un pezzo di te.
E il sogno di un mondo nuovo distende le sue ali ai primi tre gesti del samaritano: lo vide, ne ebbe pietà, si fece vicino.
La compassione, descritta come una fitta nelle viscere, fa scendere il samaritano da cavallo e chinarsi sul ferito.
La compassione non è istinto, è conquista; non è un dato, ma un compito . E poi altri sette verbi in fila per descrivere l’amore, un amore senza parole: versò, fasciò, caricò, portò, si prese cura, pagò. Fino al decimo verbo: ripasserò a saldare, se serve.
Quell’uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico è fortunato. Perché l'esperienza di essere amato gratuitamente, anche una sola volta nella vita, riempie tutto di senso, risana in profondità chi si sente calpestato nell'anima.
Il dottore ha domandato: cosa devo fare per essere vivo?
Come si fa ad essere uomo? E Gesù risponde: tu amerai; lo sai già, lo dice la legge. Tutto il futuro è qui, in un unico imperativo.
Allora ama il prossimo tuo, ama i tuoi samaritani, quelli che ti hanno salvato, rialzato, che hanno sofferto per te. Chi ti ha versato olio e vino sulle ferite, e affetto nel cuore.
Non dimenticare mai chi ti ha soccorso e ha pagato per te. Li amerai con gioia, con festa, con gratitudine. E da loro imparerai. Va’ e anche tu fai così.
L'appuntamento con Dio, per te e per tutti, è sempre sulla strada di Gerico.
Umanità impossibile senza compassione (...)
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