TONIO DELL'OLIO
La terapia d'urto della Marmolada
PUBBLICATO IN MOSAICO DEI GIORNI IL 5 LUGLIO 2022
La tragedia della Marmolada giunge come una dolorosa terapia d'urto che è costata la vita a molte persone del tutto innocenti. A sottolineare la gravità dei fatti accaduti c'è stata la presenza del presidente del consiglio.
Giornali e notiziari, nelle diverse forme, hanno ceduto la prima pagina e, quanto meno, ora se ne parla. Quantomeno si sottraggono argomenti vacui ai negazionisti climatici e agli scettici, a chi in questi anni ha irriso Greta e le sue amiche definendole "gretine" e oggi si ritrova nudo di fronte a una tragica evidenza. Ma mi chiedo: Quanto durerà? Non sarà che poi avviene come per le stragi quotidiane causate dalla vendita delle armi nel Stati Uniti? Quella che il governo chiama "transizione" e il Papa "conversione", come nel caso delle armi, insidia poteri economici consolidati che non possono né convertirsi, né "transizionare". Troppi sono gli interessi in ballo e si teme che non ci sia distacco di giacchiai, siccità diffusa, tropicalizzazione meteorologica in grado di distrarci dall'adorazione del dio denaro. Lo capiremo meglio tra qualche giorno quando la notizia, come una goccia sull'impermeabile, scivolerà sempre più verso il basso e i cambiamenti climatici torneranno ad essere ricordati di venerdì da alcuni ragazzini per strada.
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Cambiamenti climatici, Friday For Future: «La Marmolada?
Un assaggio di quello che dobbiamo aspettarci in futuro»
I Fridays for Future a Milano
«Gli eventi climatici che stiamo osservando? Direi che sono un assaggio di quello che dobbiamo aspettarci in futuro: temperature medie più elevate, siccità e intensificazione di eventi meteorologici estremi, sono tutti fattori previsti dai modelli pubblicati dall’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, ndr)». Così Francesca Bompadre attivista Friday For Future di Ancona. La 29enne, con alle spalle una laurea in Chimica e un dottorato in Ingegneria dei Materiali, interviene alla luce della tragedia della Marmolada di ieri 3 luglio.
Una tragedia per certi versi annunciata per i ragazzi Friday For Future che da tempo protestano e si battono per sensibilizzare sul surriscaldamento globale. Il movimento giovanile vede la sua nascita nell’agosto del 2018, quando la quindicenne Greta Thunberg, allora ancora sconosciuta, per diverse settimane non entrò a scuola per protestare davanti al parlamento svedese per la mancanza di azioni concrete rispetto alla crisi climatica.
Dalla protesta della 15enne Thunberg nacque un movimento globalizzato che tenta in ogni modo di tenere accesi i riflettori sul tema dei cambiamenti climatici, per far si che diventi una priorità nell’agenda politica dei decisori internazionali. Tra le richieste avanzati ai governi quella di eliminare i combustibili fossili, azzerando le emissioni a livello globale entro il 2050 (in Italia entro il 2030) per contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5 gradi centigradi rispetto all’epoca pre-industriale.
Una battaglia più che mai attuale specie alla luce degli sconvolgimenti climatici che stanno caratterizzando questo primo spaccato estivo, nel quale l’anticiclone africano Caronte sembra non voler mollare il Mediterraneo sul quale ha portato temperature roventi, mentre il nord Italia e il centro combattono con una siccità mai vista finora nel mese di giugno.
Poi la tragedia avvenuta sulla Marmolada, che come un pugno in pieno stomaco ha svegliato le coscienze ancora “dormienti” di chi circoscrive questi cambiamenti in una cornice di normalità, nonostante l’allarme lanciato più volte dagli esperti. Domenica, un enorme seracco si è staccato dalla cima della Marmolada, a più di 3mila metri di altezza, travolgendo chi era nella sua traiettoria: almeno 7 gli alpinisti uccisi e 8 i feriti, mentre più di una ventina sono i dispersi. Tra le vittime anche italiani.
Negli ultimi 20 anni lo scioglimento dei ghiacciai ha accelerato su scala globale e ha contribuito per quasi un quinto dell’innalzamento del livello dei mari. Per evitare il ripetersi di queste tragedie occorre intervenire, evidenziano i Friday For Future. «È importante agire su due fronti – spiega Bompadre -: la mitigazione e l’adattamento, occorre fare tutto il possibile per tagliare drasticamente le emissioni di Co2 e da un punto di vista tecnico ciò significa abbandonare ogni tipo di fonte fossile come carbone, petrolio e metano, e finanziare l’istallazione e lo sviluppo di fonti rinnovabili, ma soprattutto ridurre i consumi tramite soluzioni tecniche, fra le quali ad esempio l’efficientamento energetico, oltre che tagliando drasticamente la produzione di manufatti che consumano energia e risorse».
Secondo il movimento «Per quello che riguarda le strategie di adattamento queste variano a seconda delle specifiche problematiche territoriali. In generale parliamo di opere volte a minimizzare le conseguenze di eventi estremi: per esempio per quello che riguarda ondate di calore aumentare le zone verdi negli spazi urbani».
Una delle manifestazioni dei Fridays for Future ad Ancona (immagine di repertorio)
Come vedete oggi il vostro futuro, alla luce di quanto sta accadendo? «Nel bene o nel male il nostro futuro sarà diverso da quello che hanno vissuto i nostri genitori» spiega Bompadre, annunciando che per il 23 settembre è in calendario il Global Strike e con tutta probabilità anche Ancona sarà teatro di manifestazioni.
«Le crisi a cui stiamo assistendo in questo periodo sono grandi minacce ma piccole sorprese per noi – si aggiunge Filippo Chiusaroli, 25enne osimano dei Friday For Future di Ancona – . Purtroppo sappiamo bene che con l’aumentare delle temperature globali aumentano esponenzialmente anche gli eventi estremi e, anche a causa dello scioglimento dei ghiacciai, come sta avvenendo a quello della Marmolada, si riduce la disponibilità di acqua dolce. L’Europa, in particolar modo l’Italia, sta subendo un processo di sub-tropicalizzazione (In poche parole il nostro clima sta diventando come quello del nord Africa). Il problema – aggiunge – è che le nostre infrastrutture, i nostri sistemi di produzione e i nostri stili di vita non sono adatti a questo cambiamento, che sta’ avvenendo molto velocemente.
Dobbiamo lavorare per adattarci a tutto questo – conclude – , oltre che a tagliare drasticamente le emissioni di gas serra, ovviamente».
(fonte: CentroPagina Ancona, articolo di Annalisa Appignanesi - 04/07/2022)