Congo ferito e sfruttato, il Papa:
no a odio e avidità, siate miti testimoni di pace
Costretto a rinviare il viaggio in Africa, che sarebbe iniziato il 2 luglio, Francesco in segno di vicinanza e di affetto per le popolazioni che lo attendevano, presiede in San Pietro la Messa con la comunità congolese romana. Nel giorno in cui sarebbe stato a Kinshasa, invoca pace e riconciliazione per la Repubblica Democratica del Congo. Disinnescare l’avidità, spegnere il rancore, fuggire la corruzione: se la pace comincia dal cuore di ciascuno cambia società e Paesi
"Porteremo Kinshasa a San Pietro e lì celebreremo con tutti i congolesi romani, che sono tanti!". La promessa di Francesco il 13 giugno scorso, in risposta alla decisione sofferta di rinviare il viaggio in Africa per motivi di salute, si avvera oggi. È il 3 luglio, il Papa era atteso nella capitale della Repubblica Democratica del Congo dove avrebbe presieduto la Messa. Al suo posto questa mattina, proprio lì a Kinshasa, a portare affetto e vicinanza tangibili, c’è il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, ma l’abbraccio agli amati popoli africani, ai congolesi in particolare ma anche ai sud sudanesi che dovevano essere visitati dal Pontefice, si realizza comunque in San Pietro.
Colori, suoni, preghiere del rito zairese – dall’antico nome della Repubblica Democratica del Congo – l’unico rito inculturato della Chiesa latina, riempiono la Basilica vaticana di un clima festoso. C’è la Chorale Bondeko, ci sono le quattro lingue nazionali nelle letture e nelle preghiere rivolte anche ai governanti, ci sono gli abiti colorati, le danze, i suoni degli strumenti tradizionali.
I fedeli congolesi alla Messa
La riconciliazione è possibile
Il respiro di un’Africa ricca, ma troppo spesso ferita da violenza, odio e avidità è anche nelle parole del Papa, che nell’omelia prega per la pace nel Paese e perché i cristiani ne siano testimoni
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Il Papa e suor Rita
Grazie mille! Il saluto di suor Rita
Lo sguardo paterno di Francesco verso l’Africa e in particolare verso la popolazione della Repubblica Democratica del Congo, la sua preoccupazione e il suo appello alla pace, muovono, al termine della celebrazione, le parole di ringraziamento di suor Rita Mboshu Kongo. La teologa congolese della Congregazione delle Figlie di Maria SS. Corredentrice pronuncia il suo ”grazie” nelle quattro lingue nazionali non prima di aver ricordato con quanto affetto il Papa ha già celebrato una prima Messa in rito congolese il 1 dicembre 2019 , e dopo aver rinnovato la speranza che il tanto desiderato viaggio in Africa possa svolgersi, là dove le popolazioni lo attendono “a braccia aperte” e continuano a pregare per la sua salute.