Papa Francesco canonizzerà
il 15 maggio 2022
il martire del nazismo
Titus Brandsma
Concistoro ordinario pubblico per tre beati: oltre al carmelitano olandese, ucciso a Dachau, anche la suora francese Maria Rivier e la religiosa italiana Maria di Gesù. Nella cerimonia di canonizzazione, programmata tra due mesi a San Pietro, saranno elevati agli onori degli altari anche gli altre sette beati la cui data non era stata fissata per la pandemia. Tra loro, Charles de Foucauld.
“Pregherò per lei”. L’acido fenico cominciava già a scorrergli nelle vene, quando il carmelitano Tito Brandsma pronunciò queste tre parole, le ultime della sua vita, all’infermiera che, su ordine delle SS del lager di Dachau, gli somministrò un’iniezione letale. Un perdono, invocato dal religioso, professore e giornalista, in mezzo agli ultimi respiri, a conclusione di una vita di santità tradotta in coraggio e determinazione durante gli anni bui dell’invasione nazista.
Santità che ora viene riconosciuta dalla Chiesa universale, che lo canonizzerà il prossimo 15 maggio insieme a due suore, la francese Maria Rivier e l’italiana Maria di Gesù, in una grande cerimonia a San Pietro che vedrà elevati agli onori degli altari anche i sette beati dei quali il Pontefice, nel Concistoro del 3 maggio 2021, aveva decretato la canonizzazione, senza fissarne la data a motivo della pandemia. La cerimonia era stata poi calendarizzata per maggio. Tra i beati in questioni figura anche Charles De Foucauld, il religioso francese esploratore del Sahara e della cultura dei Tuareg, ponte del dialogo tra le religioni.
Dieci nuovi santi il 15 maggio prossimo
Il 15 maggio saranno quindi dieci, in tutto, i nuovi santi proclamati da Papa Francesco. All’inizio della cerimonia di oggi, il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, ha letto i nomi e presentato un breve profilo dei tre beati, “fratelli e sorelle che hanno accolto la luce di Dio nel loro cuore e l’hanno trasmessa al mondo, ciascuno secondo la propria tonalità”. I miracoli a loro attribuiti e riconosciuti dal Papa, ha aggiunto il porporato, “sono il segno che il popolo di Dio non solo ne ha ammirato il martirio o l’esercizio eroico delle virtù, ma ne ha anche riconosciuto una tale vicinanza a Dio da affidarsi con fiducia alla loro intercessione”.
Brandsma, professore e giornalista contro il nazismo
“Uomo mite ma determinato”, Brandsma, originario dei Paesi Bassi, dove la devozione nei suoi confronti è profonda e diffusa, in virtù del ruolo di assistente ecclesiastico dei giornalisti cattolici, così nominato dei vescovi olandesi nel 1935, usò la rete delle testate cattoliche per difendere la libertà d’informazione e la dignità di ogni persona e stigmatizzare le ideologie naziste, di cui criticò duramente l’impostazione anti-umana. I suoi scritti coraggiosi divennero punto di riferimento per la resistenza morale e culturale del popolo olandese, ma urtarono il Reich che temeva “quel professore maligno” - come recitava un titolo sul quotidiano berlinese Fridericus - e che decise pertanto di metterlo a tacere.
Il pretesto fu la circolare che Brandsma inviò il 31 dicembre 1941 a tutti i quotidiani cattolici, su spinta del locale episcopato, per esortarli a non pubblicare gli annunci del Movimento Nazionalsocialista che inneggiavano alla “razza”. In caso contrario, scriveva, “non dovranno più essere considerati cattolici e non dovranno né potranno più contare su lettori e abbonati cattolici”. Padre Tito fu arrestato nel gennaio 1942 come pericoloso sovversivo e condotto ad Amersfoort, “campo di passaggio” in attesa della deportazione. Dei giorni della prigionia si conoscono i dettagli grazie a un diario e alcune lettere inviate a superiori, confratelli, familiari, amici. In esse il carmelitano raccontava dello spazio angusto nella cella, dei maltrattamenti, senza mai però esprimere tristezza o lamentele. Pur impossibilitato a ricevere la comunione, diceva di sentirsi a casa sua in prigione perché Dio era al suo fianco.
La morte a Dachau
La stessa serenità la mantenne fino alla morte, avvenuta a Dachau con un’iniezione di veleno. Fu l’infermiera che gli inoculò l’acido fenico a raccontare gli ultimi istanti di vita, nel corso degli interrogatori per il processo di canonizzazione: “Mi prese la mano e disse: ‘Povera ragazza che è lei, io pregherò per lei!’”. Il cammino terreno di Brandsma si è concluso il 26 luglio 1942, a 61 anni. Giovanni Paolo II il 3 settembre 1985 lo proclamò beato e martire per la fede. Ora, con Francesco diventa santo. Il miracolo a lui riconosciuto riguarda la guarigione di un padre carmelitano da “melanoma metastatico ai linfonodi”, avvenuta nel 2004 a Palm Beach (Usa).
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Preghiera del B. Tito Brandsma
Adattamento e musica
di fr. Egidio Palumbo ocarm