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giovedì 10 marzo 2022

Il cardinale Konrad Krajewski: «Sono qui con la logica del Vangelo a nome del Papa. Le nostre armi? Presenza, fede e speranza» - Ucraina, in due settimane oltre 2 milioni di profughi. “Il Papa paga il gasolio per i tir umanitari”

Il cardinale Konrad Krajewski:
«Sono qui con la logica del Vangelo a nome del Papa. 
Le nostre armi? Presenza, fede e speranza»


Da Leopoli le riflessioni dell'Elemosiniere, cardinale Konrad Krajewski: «Il primo nome dell'amore è esserci. E sono qua in rappresentanza del Santo Padre»

Ascolta il card. Konrad Krajewski: 
«La fede è un'arma fortissima. Forse spaventosa per chi attacca l'Ucraina»


(fonte: Famiglia Cristiana 10 Marzo 2022)


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Ucraina, in due settimane oltre 2 milioni di profughi.
“Il Papa paga il gasolio per i tir umanitari”

In Italia sono già 24mila. Il cardinale Krajewski è a Leopoli: «Sono qui per conto di Bergoglio»

Il cardinale Konrad Krajewski, l'elemosiniere pontificio, è a Leopoli per conto di Francesco

LEOPOLI. Il cardinale Konrad Krajewski ci parla al telefono guardando fuori dalla finestra di un edificio segreto di Leopoli. La città è «spettrale, deserta, per il coprifuoco e per la paura». L’Elemosiniere pontificio è in Ucraina mandato da papa Francesco - con cui mantiene un filo diretto e costante - in missione umanitaria. E diplomatica. Il porporato è transitato dalla «sua» Polonia, e poi ha passato il confine in direzione opposta alle donne e ai bambini che fuggono dai carri armati russi.

Dopo 15 giorni di guerra il numero di rifugiati scappati è salito a 2.155.271 (circa il 5% dei 44 milioni di abitanti), tra questi centinaia di migliaia di bimbi, molti separarti dai genitori, secondo quanto diffuso dall’Unhcr. In Polonia sono arrivati oltre 1,294 milioni di rifugiati, in Ungheria oltre 203 mila, in Slovacchia più di 153.303, in Russia 99.300, in Moldavia 82.762, in Romania 85.444 e 592 in Bielorussia. In altri paesi europei complessivamente 235 mila. In Italia la cifra la comunica il presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi: «23.872. Principalmente la frontiera verso cui passano è quella italo slovena».

Krajewski ha già incrociato fiumi umani «che provengono da Kiev. C’è anche chi si sposta verso Leopoli, per ora risparmiata dagli attacchi. Qui si stima che ci sia mezzo milione in più di abitanti, alloggiati in scuole, parrocchie o in ripari provvisori».

L’inviato del Papa racconta come gli ucraini «non trascurino che io sono polacco. In tanti mi abbracciano grati per la calorosa accoglienza che la Polonia sta dando ai profughi, ospitati non in campi ma nelle case dei miei connazionali».

I primi passi del porporato sono stati di natura religiosa: «Ho avuto una riunione con Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica, e il metropolita di Leopoli Mieczyslaw Mokszycki. C’è stata anche una conversazione telefonica con il Santo Padre. E abbiamo subito organizzato un’iniziativa ecumenica».

Oggi infatti «con i capi delle varie confessioni - cattolici, ebrei, ortodosse, comprese quelle che dipendono da Mosca - ci raduneremo per una preghiera nel duomo».

Krajewski si dice «convinto che si potrà fermare questa guerra anche e soprattutto con la nostra fede. E con la testimonianza che stanno dando vescovi, preti, religiosi e suore, tutti rimasti nel Paese, al loro posto». Quando gli sfollati vedono l’Alto Prelato e capiscono che arriva dal Vaticano per conto del Papa «spesso le lacrime rigano i loro volti. Si commuovono, perché se il Santo Padre ha mandato un suo cardinale in mezzo alla guerra significa che davvero desidera trasmettere il suo amore al popolo in fuga dalle bombe». Krajewski rivela le parole pronunciate da Bergoglio quando gli ha affidato l’incarico: «Vai là e porta la mia vicinanza alla gente che sta scappando dalle violenze. A chi soffre porta aiuto, consolazione e coraggio. E la benedizione del Papa. Sii il Vangelo puro in mezzo al dolore assurdo».

Un cardinale in mezzo all’inferno della battaglia, ma senza timore: «Prima di partire mi sono confessato e ho fatto testamento. E adesso, sia fatta la volontà di Dio».

Per questioni di sicurezza non annuncerà i suoi movimenti. Nella zona in cui «mi trovo giungono i grandi aiuti dalla Comunità europea, a cui gli ucraini sono riconoscenti. Tutto viene scaricato in depositi e da qui poi partono i tir per Kiev, Odessa, verso il sud del Paese. E ci risulta che i doni arrivino a destinazione, nonostante i bombardamenti». Anche grazie a un intervento pratico del Papa: «Qui hanno difficoltà a reperire il gasolio e così, attraverso l’Elemosineria apostolica, il Santo Padre ha pagato molti viaggi dei camion».
(fonte: Vatican Insider, articolo di Domenico Agasso 10 Marzo 2022)

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