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domenica 6 marzo 2022

Don Giovanni Berti - Ma se Dio non fa il Dio?

Don Giovanni Berti
 Ma se Dio non fa il Dio?

I Domenica di Quaresima anno C

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato. (Lc 4,1-13)

Dio perché non trasformi le bombe che cadono sulle città in Ucraina in tanti palloncini, che scoppiando al massimo fanno “puff”?
Dio perché non entri nella testa di chi comanda e guida la guerra e gli fai spingere il bottone “stop”?
Dio perché non apri le ali dei tuoi angeli a proteggere i bambini che sono sotto tiro di fucili e missili?
Dio perché non ti comporti da Dio?
Se ascolto la vocina in fondo al mio cuore sento queste invocazioni e domande… che non avendo risposta si trasformano in protesta e dubbio.
Se Dio è Dio perché non interviene? E non penso solo a quest’ultima guerra in Ucraina, così incredibile e carica di incognite spaventose, ma anche a tutte le altre e anche quando qualcuno è toccato dalla malattia personale, dal disastro economico, dalle divisioni in famiglia. Se tu sei Dio, fa qualcosa!

Le tentazioni di Gesù nel deserto, così come sono raccontate da Luca, appaiono quasi bizzarre e lontane dalla nostra esperienza umana attuale. In fondo per Gesù sono stati solo 40 giorni, e si parla di pietre trasformate in pane e di salti dal quinto piano del tempio di Gerusalemme. Cos’è tutto questo a confronto con le nostre prove in un tempo di “deserto” umano ben lungo più di 40 giorni?
E poi che cosa vuole dimostrare Gesù con il suo comportamento così arrendevole nei confronti del diavolo? Perché non dimostra la potenza divina che ha e non lo mette a tacere per sempre?

Per capire bene questo episodio, che anche altri evangelisti ricordano e mettono all’inizio della missione di Gesù, è importante dire subito che non si tratta di un racconto di cronaca, e non è da leggere come un evento che Gesù ha vissuto una sola volta. Qui l’evangelista Luca sintetizza in maniera narrativa e simbolica tutta la vita di Gesù, che costantemente è stato messo alla prova nel deviare dalla sua missione.

Gesù sulla terra è il Figlio di Dio che non è venuto a fare “il Dio” secondo la mentalità pagana, ma è venuto a mostrare la verità dell’uomo così come Dio lo ha creato. Gesù è Dio che si mostra non come potenza che controlla, ma come amore che si dona e come forza in ogni prova. Gesù percorre la nostra esperienza umana che è continuamente messa alla prova da eventi e situazioni difficili che rischiano di disumanizzarci e allontanarci anche da Dio. Il deserto dove trascorre i 40 giorni rappresenta tutta l’esperienza umana che tutti attraversiamo come un deserto, luogo di liberazione per Israele, percorso di libertà donata e da mantenere anche se tentati di tornare indietro. Il numero 40 richiama simbolicamente una generazione, una vita. Gesù nel deserto per 40 giorni significa tutta la vita di Gesù, dalla nascita fino alla “terra promessa” della resurrezione.

Gesù è messo alla prova di usare i poteri per se stesso, trasformando le pietre in pane, come se davvero i veri bisogni dell’uomo fossero solamente riempire la pancia e pensare a se stessi. Ma “non di solo pane vive l’uomo”, cioè l’uomo ha bisogno di pace, di cultura, di allegria, di donare… L’essere umano si nutre di fratellanza, e questa è vera solo se i beni non li accumula per se stesso ma li condivide.

Gesù è messo alla prova con il potere umano che schiaccia. Ma lui invece sceglie di servire, e questa è la sua vera forza che trasforma il mondo. Questo vale anche per la nostra esperienza umana quando la ricerca del potere ci distrugge. Lo vediamo in questi giorni cosa significa mettere il potere e il controllo del prossimo come obiettivo della propria vita e come questo davvero ci disumanizza e distrugge il mondo.

Gesù è infine messo alla prova nell’usare la religione per dimostrare e imporre la propria forza, e in questo il tentatore nel racconto usa persino in modo distorto la stessa Parola di Dio. Gesù rifiuterà continuamente di mostrare Dio come colui che condanna e schiaccia, ma solo come Padre buono. La religione per essere davvero proveniente da Dio non può portare alla violenza, alle prove di forza, alla divisione. La vera fede unisce gli uomini, libera dall’odio e sconfigge la guerra. Dio mostra la sua gloria proprio in ogni uomo e donna che si fanno piccoli per il prossimo, in coloro che non cedono alla violenza ma costruiscono la pace.

In questo racconto delle tentazioni e in tutta la sua vita Gesù è Dio che rifiuta di fare il dio, ma dimostra che con Dio nel cuore siamo capaci di affrontare ogni prova, anche la più terribile, perché siamo capaci di amare…