perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della domenica
a cura di Santino Coppolino
XXII Domenica del Tempo Ordinario (ANNO A)
Vangelo:
Il brano è una splendida sintesi sull'identità di Gesù e sul progetto d'amore del Padre sull'umanità, e la deludente realtà di Simon Pietro (e di tutti i credenti) con la sua incapacità di sognare al di là delle proprie attese. Lo scandalo della croce getta una luce sull'abisso che esiste fra il cuore del Padre e quello dell'uomo, tra il suo volto d'amore e le immagini sataniche che di lui ci siamo fatte. «Davanti alla infamia della croce anche Pietro - la roccia - diventa pietra di scandalo , diabolico inciampo per il Signore stesso» (cit.). Volere sfuggire in ogni modo e con qualsiasi mezzo alla morte è il desiderio primo di ogni uomo, ma è anche il principio e il fondamento dei nostri egoismi che, invece di salvarci, ci conducono alla perdizione. Ascoltiamo la Parola, la "riconosciamo", ma siamo sempre tentati di ridurla a misura umana proiettando su Dio i nostri desideri. Pietro ha ben compreso che Gesù è il Messia di Dio, ma la verità di Cristo e di Dio non è quella che lui intende. La fede nel Padre di Gesù non è un bel pacchetto preconfezionato di nozioni teologico-filosofiche a buon mercato da mandare e ripetere a memoria, ma un cammino lento, faticoso e progressivo che dura tutta la vita, con la compagnia scomoda e dolorosa della Parola della croce. Attraverso l'incontro con il Volto del Crocifisso Risorto siamo chiamati a passare dal peccato, che conduce alla morte, alla Vita di Grazia, dalla durezza del cuore al cuore misericordioso del Padre, da una fede rachitica ad una robusta e matura, tenendo sempre presente che non siamo noi i maestri da seguire, mettendo i nostri piedi - da bravi discepoli - sulle orme del solo ed unico Maestro: Gesù.