Davvero pochi anche tra i cattolici praticanti possano dire di conoscere la Bibbia. Eppure lo studio di queste antiche scritture è sempre illuminante e sfronda molte false convinzioni. La conoscenza degli scritti biblici è importante non solo per i credenti che le ritengono di ispirazione Divina ma può interessare tutti i cercatori di umanità. E' curioso esaminare cosa dice la Bibbia sul potere e quanto su questo argomento è stato elaborato da teologi e filosofi, partendo proprio dai versetti biblici. Stiamo affrontando uno studio che può portare a risultati piuttosto contrastanti. Infatti si può leggere la Bibbia in modo letterale e se ne potranno trarre conclusioni di una chiusura soffocante ma tali scritti si prestano anche ad altri approcci di letture che alla fine condurranno il lettore a orizzonti insospettati di libertà. Su questo tema sia sul piano iconografico che su quello speculativo i credenti hanno elaborato immagini diverse. In pittura per fare un esempio tutti abbiamo presente l'immagine del Pantokrator del Cristo che regna nell'universo immagine che compare soprattutto nelle icone d'oriente e di cui in Italia ne abbiamo uno splendido esempio nel bellissimo Duomo di Monreale. Però oltre a questa immagine che richiama la potenza i teologi hanno altresì elaborato pensieri e immagini che ci rimandano all'umiltà e all'impotenza di Dio che si è rivelata con uno sconcertante silenzio ad Auschwitz. Questa tragedia immane in teologia ha messo in crisi il concetto di onnipotenza di Dio. E da qui è sorto il concetto che Dio è Onniamante anziché onnipotente. Infatti chi ama non può essere onnipotente ma per amore preferisce sempre ritirarsi per far posto alle sue creature. E questo è l'unico potere che può esistere per i cristiani. Ossia il potere crocifisso come ha scritto il grande Oliver Clement che ha così intitolato un suo splendido libretto.
La Bibbia riguardo al potere nella storia ha ispirato sia azioni di inaudita violenza che nobili pagine di resistenza passiva pagine che sono state scritte e vissute da tanti non violenti cristiani ed ebrei. Questa ambivalenza delle Scritture si può vedere con chiarezza nel bellissimo film Mission.
Il cremasco Giovanni Cesare Pagazzi, sacerdote della diocesi di Lodi e docente di teologia in varie facoltà italiane e di estetica all'Accademia di Brera, recentemente ha dato alle stampe il libro “Tua è la potenza” (Edizioni San Paolo pp. 160, € 20,00), che tratta proprio questi temi.
Questo libro è impreziosito da un ottima prefazione del poeta e sacerdote portoghese José Tolentino Mendonça e spero venga letto non solo dai preti o dai credenti ma abbia più ampia diffusione anche tra chi si pone domande sul senso profondo della vita.
Il potere questa oscura e soffocante presenza di cui si parla in questo libro pone interrogativi con cui ognuno di noi deve fare i conti. Per cui rileggere sia il Vecchio che il Nuovo Testamento aiutati dalla conoscenza biblica dell'autore e dalla sua profonda spiritualità ci porta a rivedere la nostra storia. In particolare non possiamo eludere la domanda su cosa ha realmente potere nella nostra vita.
L'autore fa la scelta di non citare la famosa frase di “Dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” mentre esamina accuratamente la richiesta del popolo di Israele al profeta Samuele di avere un Re come avviene per tutti gli altri popoli (I Sam 8,5) contraddicendo che Israele avesse Dio come unico Re. Questo brano del nuovo testamento ha una risonanza sia il grido della folla sobillata dai sommi sacerdoti a Pilato “Non abbiamo altro Re all'infuori di Cesare” nel passo del Vangelo di Giovanni. Parole che suonano come una bestemmia visto che riconosce come legittimo in Israele il giogo della sottomissione a Roma. Schiavi di questo potere i membri del Sinedrio (massimo organo giuridico dell'epoca) rinunciavano alla libertà di tutto il lor popolo per sottometterlo all'occupante romano.
E questo potere sempre in questo caso ha avuto come prezzo il sangue di un innocente. A questo punto l'espressione avere fede non deve essere letta come manifestazione di debolezza e passiva accettazione delle sofferenze come purtroppo spesso si è fatto nei secoli ma deve consistere in un annuncio della fraternità tra tutti gli uomini a questo punto l'unico desiderio di potere che può concepire un cuore giusto e chiunque persegua un cammino di umanità profonda non può che essere un esercizio di fraternità il cui sforzo produrrà il risultato di con tribuire a migliorare la vita nostra e degli altri nostri fratelli in umanità oltre che di tutto il creato.