Papa Francesco scrive e incoraggia il PAMI
per "liberare" la Madonna
dalle mafie e dal potere criminale.
Liberare Maria dalle Mafie
August 15, 2020
Liberare Maria dalle mafie e dal potere criminale.
Per una teologia della liberazione dalle mafie.
Dipartimento di analisi, studio e monitoraggio dei fenomeni criminali e mafiosi
Visti i risultati e le indicazioni del Tavolo 13 organizzato dal Governo Italiano sul problema delle mafie, nonché i primi risultati delle collaborazioni trans-disciplinari stabilmente avviate a seguito sia degli accordi con l’OsPTI, sia della giornata di studio on-line del 2 aprile u.s. (tuttora reperibile nel sito dedicato www.mariaperlapace.org) la Pontificia Academia Mariana Internationalis,
- considerato che la figura di Maria, nonché i luoghi, le ritualità e le simboliche a lei associate, sono oggetto di “riconfigurazione sistematica” da parte delle mafie e della criminalità organizzata non solo in Italia, ma anche in altri Paesi su scala globale;
- consapevole del fatto che una volta restituita al suo naturale contesto, nel nome di Maria è possibile, a partire dalle tantissime realtà a lei dedicate e/o poste sotto il suo patronato (si pensi in primo luogo ai santuari e alle confraternite; ma anche al posto che ella riveste nell’esperienza islamica in genere e in quella dell’islam presente in Italia), ritrovare il senso e il gusto di una vita, di una vita, di una vita, di una vita (dimensioni tutte che si oppongono in radice alle culture e alle prassi mafiose e criminali);
ha deciso di coinvolgere le competenze di cui è portatrice, d’intesa con le autorità ecclesiastiche e civili, affinché questa “operazione culturale” di liberazione e di cittadinanza possa diventare realtà concreta attraverso i progetti che verranno presentati all’interno di un vero patto sociale ed educativo globale che faccia della legalità, della trasparenza e della solidarietà i punti di forza della convivenza e dello sviluppo integrale dei territori e delle comunità.
Alla donna evangelica caratterizzata da libertà, autodeterminazione, pro-esistenza, perseveranza e serenità, viene opposta dalle mafie e dalle culture mafiose la figura di un’altra donna, caratterizzata dall’obbedienza assoluta agli ordini superiori, dalla mancanza di libertà davanti al Fato, dall’accettazione della violenza e della forza come logiche costitutive della società e dell’economia, dalla devozione totale ai legami di sangue. Il tutto all’interno di una visione dualistica del mondo e della storia, che divide sostanzialmente in due gli esseri umani: coloro che meritano (e hanno pertanto tutti i diritti) e detengono il monopolio dell’onore; e coloro che non meritano (che sono pertanto necessariamente destinati ad essere schiavi dei primi), ai quali non resta che vivere nel disonore e nella vergogna sperando che chi detiene l’onore li assoldi al suo servizio permettendogli di mangiare le briciole che cadono dalla sua tavola.
Questa situazione assume i caratteri di una vera e propria “operazione culturale”, volta a dare forma all’inconscio collettivo delle comunità e pertanto ad ancorare in esse i germi della cultura mafiosa proprio a partire da questa visione distorta e storicamente irreale della madre di Cristo. Ne consegue, quindi, una sorta di “occupazione” dei luoghi e delle ritualità mariane da parte delle mafie, in modo da svuotare l’autentico senso di entrambi, narcotizzare il potere liberatore della testimonianza evangelica, asservire l’istituzione ecclesiastica ai propri scopi e fini, perpetuare la propria sovranità culturale, economica, “militare”.
La Pontificia Academia Mariana Internationalis ritiene quindi che sia necessaria una altrettanto forte e coesa “operazione culturale” di restituzione alla verità della figura di Maria – sia in ottica cristiana che islamica, essendo Maria stessa il “modello” dell’agire credente in entrambe le tradizioni, estensibile anche ad altre esperienze religiose secondo mature iniziative di dialogo interreligioso – e del suo potenziale educativo in ordine alla costruzione dei territori, delle comunità civili, delle stesse strutture dello Stato, nella prospettiva di una laicità inclusiva che vede nelle esperienze e nei patrimoni religioso-culturali non delle minacce alla convivenza comune per una supposta dinamica di potere violento essenzialmente intrinseca al loro rapportarsi reciproco e allo stesso rapportarsi con la comunità civile, quanto piuttosto delle risorse essenziali alla costruzione di una tavola di valori comuni ispirati e conformi al diritto inalienabile della persona alla libertà religiosa quale fondamento del consorzio umano e dell’ordinamento pubblico. Non è infatti pensabile un diritto inalienabile della persona che non possa portare frutti positivi volti al suo sviluppo integrale non solo individuale ma anche sociale, in ragione del suo stesso riconoscimento universale in quanto diritto.
Una volta restituita al suo naturale contesto, non solo multi-religioso e multi-culturale, ma anche trans-religioso e trans-culturale non solo di fatto ma anche di diritto, nel nome di Maria è possibile promuovere dimensioni non secondarie e tutt’altro che estranee al bene comune della civitas, ma che possono anzi diventarne un potente elemento capace di valorizzare tutto ciò in nome della comune umanità contribuisce alla costruzione della pace, del benessere per tutti, della cura per il pianeta e per la sua sostenibilità.
La Pontificia Academia Mariana Internationalis, al fine di dare il suo apporto concreto e condiviso a simile “operazione culturale” di liberazione e di cittadinanza (dove religione e laicità non si confondono, ma sono pienamente sovrane ciascuna nel suo proprio ambito), ha investito il suo Gruppo di Lavoro (GLA) del compito di trovare le forme più dialogiche, collaborative e cooperative affinché la sua volontà di impegno si traduca in concreti percorsi di intervento.
Il GLA, pertanto, rispondendo al compito affidatogli,
- tenendo presente la rilettura del Patto educativo globale condotta con l’OsPTI a seguito della giornata di studio on-line del 2 aprile u.s. reperibile al sito www.mariaperlapace.org,
- alla luce dell’insistente magistero di Papa Francesco sulla dignità della persona umana, la “ecologia integrale” e il futuro del pianeta, la dignità del lavoro, la centralità della relazione educativa tra adulti e giovani, il diritto alla vita per tutti e di tutti,
- considerate le attività e le prospettive della Commissione internazionale Mariana Musulmano Cristiana (CMMC) interna alla Pontificia Academia Mariana Internationalis,
ha elaborato, nella sua riunione del 30 aprile 2020, la seguente proposta di creazione di un Dipartimento di analisi, studio e monitoraggio dei fenomeni criminali e mafiosi (e dei fenomeni criminali a questi annessi, come ad esempio il terrorismo interno ed internazionale) dove la condivisione stabile e puntuale di dati, interpretazioni, prospettive tra i diversi soggetti interessati non solo all’aspetto della repressione ma anche a quello della prevenzione, e la loro diffusione specialistica e popolare mediante gli strumenti che verranno di volta in volta considerati i più adatti, permetta la formazione di un sapere trans-disciplinare e trans-culturale capace di farsi servizio alla dignità della persona, alla cittadinanza attiva e consapevole, alla costruzione partecipata di sistemi e relazioni economiche ed educative dove lo sviluppo e il “ben-essere/essere bene” non siano monopolio arbitrario, predatorio e violento di pochi, ma la vocazione che coinvolge le comunità e i territori nella costruzione di un futuro migliore e più umano.
Detto Dipartimento di analisi, studio e monitoraggio costituisce una sotto-sezione del GLA stesso, all’interno dell’Ufficio Progetti Strategici; i membri che saranno chiamati a farne parte sono nominati dal Presidente della PAMI, con apposito decreto, membri del GLA e componenti dell’Ufficio Progetti Strategici.
Preso atto di tutto questo, in data 24 giugno 2020, il Presidente della PAMI ha costituito il suddetto Dipartimento, nominando i primi membri del GLA e i componenti dell’Ufficio Progetti Strategici-Dipartimento di analisi studio e monitoraggio dei fenomeni criminali e mafiosi.
(fonte: PAMI)
Il monito del Papa: liberare la figura della Madonna dall'influsso delle mafie
Francesco lo scrive nella lettera all’Accademia mariana che apre la battaglia della task force contro «inchini» e influenze malavitose sugli eventi religiosi
Calabria, estate 2014: una processione con una statua della Madonna si è fermata
davanti alla casa di un boss della 'ndrangheta per omaggiarlo
Da qualche giorno è operativa una speciale task force formata da esponenti delle Forze dell'ordine, esperti anti-racket e anti-usura, procuratori in prima linea contro Cosa nostra, 'ndrangheta, camorra e sacra corona unita. E con loro, uomini di Chiesa. La loro sfida è stata «benedetta» dal Papa: liberare la figura della Madonna da corteggiamenti e influssi mafiosi, a cominciare dagli «inchini» delle statue di Maria davanti alle case dei boss durante le processioni.
Francesco ha «appreso con piacere che codesta Pontificia Accademia ha promosso un Convegno per dare inizio ufficialmente al Dipartimento di analisi e di studio dei fenomeni criminali e mafiosi, per liberare la figura della Madonna dall'influsso delle organizzazioni malavitose… Desidero esprimere il mio apprezzamento per l'importante iniziativa». Questi i passaggi più intensi della lettera che il Pontefice il 15 agosto, giorno dell'Assunta, ha inviato a padre Stefano Cecchin, presidente della Pontificia Accademia mariana internazionale, e ai partecipanti alla giornata di studio con cui si è istituita la task-force. La missiva viene riportata sul numero di Maria con te, il settimanale mariano della San Paolo, in edicola domani, con un ampio servizio a questa iniziativa che si propone di interrompere per sempre le oscure influenze malavitose sugli eventi religiosi e sui luoghi dedicati alla Madonna.
Spiega Cecchin: «La nostra azione si collega idealmente all'anatema di Giovanni Paolo II ad Agrigento nel 1993 e a quello di papa Francesco a Cassano allo Ionio nel 2014». Sono le scomuniche ai mafiosi proclamate dai due Vescovi di Roma a distanza di 21 anni. Papa Bergoglio, al termine della visita pastorale nella diocesi di Cassano allo Jonio, aveva lanciato la scomunica per i mafiosi e la richiesta di combattere la ‘ndrangheta perché adora i soldi e disprezza il bene. «Quando non si adora il Signore - aveva detto - si diventa adoratori del male, come lo sono coloro che vivono di malaffare, di violenza»; e «la vostra terra, tanto bella, conosce le conseguenze di questo peccato. La `ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no. La Chiesa che so tanto impegnata nell'educare le coscienze, deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi». «Quelli - aveva concluso - che non sono in questa strada di bene, come i mafiosi, questi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati».
L'impegno del nuovo Dipartimento di analisi e di studio dei fenomeni criminali e mafiosi è combattere la «spiritualità deviata» ravvisabile, per esempio, negli ignobili inchini delle effigi della Vergine davanti alle dimore dei capiclan.
Papa Francesco, plaudendo all'iniziativa della Pontificia Accademia mariana internazionale, ammonisce: «La devozione mariana è un patrimonio religioso-culturale da salvaguardare nella sua originaria purezza», liberandolo da «sovrastrutture, poteri o condizionamenti che non rispondono ai criteri evangelici di giustizia, libertà, onestà e solidarietà».
(fonte: La Stampa, articolo di Domenico Agasso jr 19/08/2020)
Vedi anche i post:
- Il nostro grazie a Giovanni Paolo II per... la condanna alla mafia
- Papa Francesco ai mafiosi: convertitevi! "Aprite il vostro cuore al Signore!"