Papa Francesco apre l'Avvento con la visita a Greccio e lì,
dove San Francesco realizzò il primo presepe della storia,
firma la Lettera Admirabile signum
dove San Francesco realizzò il primo presepe della storia,
firma la Lettera Admirabile signum
L’elicottero con a bordo papa Francesco ha toccato terra del piazzale del santuario di Greccio alle ore 15,40 di domenica primo dicembre con qualche minuto di anticipo sui piani. Ad attenderlo sul piazzale alcuni malati e disabili con le loro famiglie che il Pontefice abbraccia e saluta, distribuendo sorrisi e carezze e ricevendo in cambio lettere e richieste di preghiera.
Poi raggiunge in auto il Santuario francescano dove, viene accolto dal vescovo di Rieti, Domenico Pompili, dal guardiano dello stesso santuario, padre Francesco Rossi, presenti anche l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, e padre Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia.
Non è agevole la discesa verso la grotta e Francesco si appoggia al braccio del giovane vescovo di Rieti, ma non perde il suo sorriso, anche quando all'interno del piccolo santuario si intrattiene con la comunità dei francescani.
Il saluto ai vescovi e al sindaco e pochi passi dopo è nella grotta del Santuario.
Seduto davanti all'altare della grotta dove San Francesco realizzò il primo presepe della storia, il Papa si immerge in un profondo silenzio a contemplare l'affresco di scuola giottesca con la scena che ha cambiato il volto della storia. Prega da solo, in silenzio qualche minuto; la Madonna che allatta il Bambino Gesù sembra guardarlo con tenerezza ed anche lui solleva di tanto in tanto lo sguardo verso l'immagine, in un muto dialogo.
Poi sull’altare firma la Lettera Admirabile signum, un “regalo” a tutto il Popolo di Dio, per ribadire il senso e il valore del Presepe.
PAROLE DEL SANTO PADRE AI FRATI DI GRECCIO
PAPA FRANCESCO
Il messaggio più grande di Francesco è la testimonianza. Quella frase: “Predicate il Vangelo, se fosse necessario anche con le parole”. Non si tratta di fare proselitismo, di convincere. Gli ultimi, i peccatori... La testimonianza. Lui ci ha fatto dalla terra, come dice il Libro della Genesi, Lui ci ha fatto terra, siamo terra... Si è innamorato della nostra terra... La testimonianza dell’amore di Gesù... La povertà, l’umiltà... Grazie.
FRATI
Grazie della visita! Preghiamo per lei…
PAPA FRANCESCO
Ne ho bisogno.
Padre nostro…
Benedizione
Guarda il video dell'incontro con i frati
Dopo uno scambio di battute con i frati ed alcune suore all'uscita dalla Grotta, davanti la Chiesa del Santuario, lo accolgono un coro di bambini di Greccio e Rieti, che intona per lui un brano tratto dal musical “Forza venite gente”, sulla vita di San Francesco e alcuni figuranti della Rappresentazione storica del Presepe vivente, tutti in abiti tradizionali. Il Papa saluta, abbraccia, scherza coi più piccoli poi entra in Chiesa dove un altro coro di bambini, stavolta della diocesi di Roma, anima la celebrazione della Parola durante la quale Cesara Bonamici e l'attore Massimiliano Sini, danno lettura dei dieci paragrafi della Lettera sul Presepe. Riscoprire l’autenticità e la semplicità è ciò che chiede il Pontefice nella sua breve riflessione finale.
BREVE MEDITAZIONE DEL SANTO PADRE
Quanti pensieri si affollano nella mente in questo luogo santo! E tuttavia, davanti alla roccia di questi monti tanto cari a San Francesco, ciò che siamo chiamati a compiere è, anzitutto, riscoprire la semplicità.
Il presepe, che per la prima volta San Francesco realizzò proprio in questo piccolo spazio, a imitazione dell’angusta grotta di Betlemme, parla da solo. Qui non c’è bisogno di moltiplicare le parole, perché la scena che è posta sotto i nostri occhi esprime la saggezza di cui abbiamo bisogno per cogliere l’essenziale.
Davanti al presepe scopriamo quanto sia importante per la nostra vita, così spesso frenetica, trovare momenti di silenzio e di preghiera. Il silenzio, per contemplare la bellezza del volto di Gesù bambino, il Figlio di Dio nato nella povertà di una stalla. La preghiera, per esprimere il “grazie” stupito dinanzi a questo immenso dono d’amore che ci viene fatto.
In questo segno, semplice e mirabile, del presepe, che la pietà popolare ha accolto e trasmesso di generazione in generazione, viene manifestato il grande mistero della nostra fede: Dio ci ama a tal punto da condividere la nostra umanità e la nostra vita. Non ci lascia mai soli; ci accompagna con la sua presenza nascosta, ma non invisibile. In ogni circostanza, nella gioia come nel dolore, Egli è l’Emmanuele, Dio con noi.
Come i pastori di Betlemme, accogliamo l’invito ad andare alla grotta, per vedere e riconoscere il segno che Dio ci ha dato. Allora il nostro cuore sarà pieno di gioia, e potremo portarla dove c’è tristezza; sarà colmo di speranza, da condividere con chi l’ha perduta.
Immedesimiamoci in Maria, che depose il suo Figlio nella mangiatoia, perché non c’era posto in una casa. Con lei e con San Giuseppe, suo sposo, teniamo lo sguardo rivolto al Bambino Gesù. Il suo sorriso, sbocciato nella notte, disperda l’indifferenza e apra i cuori alla gioia di chi si sente amato dal Padre che è nei cieli.
Guarda il video della meditazione di Papa Francesco
Guarda il video integrale
Vedi anche il post precedente:
"Admirabile signum" Lettera di Papa Francesco sul valore del presepe (Testo integrale e video)
"Admirabile signum" Lettera di Papa Francesco sul valore del presepe (Testo integrale e video)