LA STORIA DI REHA CHE A 11 ANNI VINCE
CON LE "SCARPE" DIPINTE SUI PIEDI
Ecco chi è la ragazzina che corre con i cerotti ai piedi che fingono scarpe di marca e come il mondo ha conosciuto la sua storia
Reha ha 11 anni e un talento: corre veloce. Vive a Iloilo nelle Filippine e ai campionati studenteschi ha vinto le finali di 400, 800 e 1500 metri della sua Regione, il Visayas occidentale. Il tutto senza scarpe, perché non può permettersele. Capita a molti ragazzini da quelle parti ma la sua storia sta commovendo il mondo. Anzi lo stanno facendo i suoi esili piedi scattanti, fotografati dal suo allenatore Predirick Valenzuela e resi pubblici in un incontro del Consiglio sportivo delle scuole di Iloilo. Quei piedi scalzi hanno le dita fasciate di bende, cerotti e gesso, per ridurre i traumi della corsa, e fanno tenerezza non solo per quello, ma per l’ingenuità con cui la ragazzina – non l’unica da quelle parti – s’è ingegnata per dare a quella protezione di fortuna la dignità di scarpa tecnica dipingendovi con un pennarello il baffo di una nota marca di scarpe sportive: il pennarello ha dipinto un sogno: arrivare dove arrivano i campioni che con le scarpe chiodate, che lei può solo disegnare, vincono le Olimpiadi.
Nel nostro mondo di malpensanti di professione c’è chi vede il negativo anche in questa favola di Natale, perché ovviamente dopo quella tenera immagine c’è stata una gara di solidarietà per regalare a Reha un paio di scarpe vere, della marca del disegno, e allora c’è già chi maligna adombrando una trovata pubblicitaria, come se per farsi vedere a certi livelli certi colossi avessero bisogno della piccola storia di Reha e non bastassero le sponsorizzazioni milionarie ai campioni che Reha ammira, come tutti i ragazzi, tanto da immaginarsi come loro a cominciare dalle scarpe.
Le scarpe di cerotto e gesso di Reha altro non sono che la forma del sogno di una ragazzina. Come la maglia di sacco della spazzatura che fingeva la maglia di Messi del bimbo afghano di qualche anno fa: raccontano la storia universale di tutti i bambini che corrono nelle periferie del mondo immaginando di seguire le orme di Bolt, che tirano a canestro nelle strade degli slumb americani sogando l'Nba, che cercano il gol con una palla di stracci sulle spiagge del Brasile sognando Neymar: la storia universale che fa sì che lo sport, nonostante tutte le sue storture, sia e resti il linguaggio comune al mondo che è, simbolico come pochi e come pochi capace di parlare trasversalmente alle età, alle latitudini e alle longitudini.
(fonte: Famiglia Cristiana, articolo di Elisa Chiari 15/12/2019)
Questo il tweet con l’immagine di Reha Bullos rimbalzata sui social e che campeggia sulle pagine dei media locali e internazionali.
Grazie alla risonanza mediatica della foto diventata virale di quelle scarpe "fatte a mano", create e cucite da lei stessa con gesso e bende e con il simbolo del celebre marchio “Nike” disegnato con un pennarello, si è realizzato quello che era solo un "sogno" per la piccola campionessa, che ha vinto 3 medaglie d'oro correndo a piedi nudi, infatti ora quelle scarpette tanto desiderate, ma che non si poteva permettere, ormai non sono più solo un sogno ma sono diventate una realtà.