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sabato 21 dicembre 2019

Giuseppe il sognatore ... Ogni amore vero deve varcare la stessa soglia, dal possedere al dono di sé... Amare, voce del verbo morire, voce del verbo vivere... Il coraggio dell’amore! - Commento al Vangelo della IV Domenica di Avvento a cura di P. Ermes Ronchi

Giuseppe il sognatore 
Ogni amore vero deve varcare la stessa soglia,
dal possedere al dono di sé... 
Amare, voce del verbo morire, voce del verbo vivere... 
Il coraggio dell’amore!  


I commenti di p. Ermes al Vangelo della domenica sono due:

  • il primo per gli amici dei social
  • il secondo pubblicato su Avvenire

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». (…) Matteo 1, 18-24

per i social

Giuseppe è l’uomo di fede che preferisce Maria ad una discendenza propria: basta che la corazza della legge venga appena scalfita dall’amore che lo Spirito irrompe e agisce!

Tra i testimoni che ci conducono al Natale appare Giuseppe, uomo che sa sognare, il mite che parla amando.

Giuseppe, mani callose e cuore ferito, ascolta i sogni che lo abitano: il giusto vive gli stessi sogni di Dio.

Secondo il vangelo di Matteo l’angelo si rivolge a lui, per Luca, invece, si manifesta a Maria: l’annuncio fatto alla coppia dimostra che Dio si muove dentro ogni famiglia, nel dialogo, nel dramma, dove si gioca la buona battaglia della vita. Qualcosa però strazia il cuore di Giuseppe e manda in frantumi i suoi progetti di vita. Maria si trovò incinta, dice Matteo. Giuseppe non si dà pace, continua a pensarla e a sognarla di notte, è innamorato.

Decide di lasciarla per rispetto e non per sospetto, questo è l’unico modo che ha per salvarla. Ma è insoddisfatto della decisione presa perché lui la ama davvero. Un tormento, un conflitto emotivo e spirituale: da un lato l’obbligo di denuncia e dall’altro l’amore, ricambiato. A metà tra la legge di Dio toglierai di mezzo a te il peccatore (cfr Deut 22,22) e l’amore per quella donna.

Mentre stava pensando queste cose ecco in sogno un angelo.. non temere.. Dio che parla attraverso l’umile via dei sogni. Dio che interviene sempre a favore della vita!

Come Israele nel deserto, Giuseppe è messo alla prova per vedere cosa aveva nel cuore. E nel cuore scopre di “avere” quella donna, di amarla senza volerla possedere, radice segreta della loro verginità. Ogni amore vero deve varcare la stessa soglia, dal possedere al dono di sé: dare, in perdita, sempre, senza contare. Amare, voce del verbo morire, voce del verbo vivere.

Giuseppe è l’uomo di fede che, tentato di sottrarsi al mistero, preferisce Maria ad una discendenza propria, antepone l’amore alla generazione; trova spazio nel cuore per un bambino non suo.

Giuseppe fece come gli aveva detto l’angelo e prese con sé la sua sposa: basta che la corazza della legge venga appena scalfita dall’amore che lo Spirito irrompe e agisce! Da chi imparerà Gesù a scavalcare la legge del sabato?

Il coraggio dell’amore! Ecco la profezia di Giuseppe! Per questo suo coraggio Dio avrà un figlio tra noi.

Maria e Giuseppe: poveri di tutto Dio non ha voluto che fossero poveri d’amore, perché sarebbero stati poveri di Lui.

Gesù salverà e allargherà la vita, come dice la radice del suo nome che in ebraico significa allargare, dilatare. Salverà dal peccato che è atrofia del vivere e rende piccoli la persona e il cuore, senza spazio per nulla e per nessuno.

Dio viene e crea spazio in me per le creature, i sogni, il cielo. In fondo, religione equivale a dilatazione (G. Vannucci).

Allora l’augurio di Natale che vorrei fare a ciascuno di voi, e a me per primo, è che Dio renda il nostro cuore spazioso, come se adottassimo ‘Gesù’ quale secondo nome.

per Avvenire

Tra i custodi dell’attesa è il momento di Giuseppe, uomo dei sogni e delle mani callose (…)