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domenica 28 aprile 2019

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 25/2018-2019 (C) di Santino Coppolino

"Un cuore che ascolta - lev shomea"
Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)

Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino


Vangelo: 
Gv 20,19-31 











Le mani forate e il fianco squarciato sono il documento di identità di Gesù Crocifisso e Risorto, la carne vivente da cui ogni cristiano è generato, le sorgenti dello Shalom effuso su ogni discepolo. 
Sono le piaghe che ci guariscono (Is 53), la manifestazione visibile del suo infinito amore per noi, feritoie sempre aperte, anche dopo la resurrezione, "squarci d'amore attraverso i quali Dio esce verso di noi e noi entriamo in Lui". Siamo nel giorno Primo Ottavo, quello che non tramonta mai, l'oggi eterno in cui anche noi viviamo: "Celebrando l'Eucaristia, la Comunità fa memoria dell'amore del Signore, riceve lo Spirito Santo ed è inviata nel mondo a portare la gioia della Riconciliazione"(cit.). Questa è una gioia che nessuno mai ci potrà togliere (16,23): viene infatti da un amore che ha resistito allo Sheol. Tommaso (Toma, in ebraico ; Dìdymos, in greco) significa Gemello. Non essendo egli presente, non incontra Gesù; paradossalmente proprio lui il cui nome implica l'essere-con, non si trova  con gli altri, non è solidale con loro, non condivide la loro fragilità e paura, si esclude dagli altri, tagliando la relazione con loro. Ma "otto giorni dopo", la Domenica successiva, Tommaso è con  gli altri discepoli. Solo ora tutti i suoi dubbi sono fugati; il voler vedere e toccare lasciano il posto ad una indicibile gioia. "Prorompe allora in un grido di gioia, come il grido di una donna quando dà alla luce il figlio, come l'acuto vagito di un bimbo dopo il primo respiro "(cit.). 
Gesù è Signore e Dio ! Quel Dio che nessuno ha mai visto, si è rivelato nelle sue ferite d'amore. D'avanti ad un amore tanto grande, a un mistero che ci sovrasta e che non siamo capaci di comprendere ma solo di adorare, insieme a Tommaso - gemello di Gesù e nostro - possiamo finalmente esclamare: 
"Signore mio e Dio mio ! "