come un meraviglioso laboratorio
del desiderio"
Padre Bernardo Maria Gianni,
monaco, benedettino,
abate di San Miniato al Monte, sopra Firenze
intervistato da Monica Mondo per TV2000
La città simbolo dell’Umanesimo vista dal colle, perchè un tempo era l’abbazia, posta sul monte, il punto da cui osservare la città e a cui la città guardava. “Haec est porta caeli”, per chi l’ha scelta come vocazione e per chi cerca dai monaci ascolto, parole, la Parola. Così a san Miniato c’è un via vai continuo di cercatori d’anima, e di fede. E il pregiudizio dell’isolamento monacale si smonta nel conoscere la fertilità di tanti incontri, conferenze: quel che i benedettini han sempre fatto in Europa, creare una nuova cultura tenendo viva l’antica. San Miniato resta un centro di dialogo tra la sapienza cristiana e le correnti culturali e artistiche della società. Ma il primo e fondamentale compito di un monaco, che ricorda il compito principale per tutti gli uomini, è “quaerere Deum”, provocazione e memoria a un mondo che ne ha sopito le domande. “Dietro le cose provvisorie cercare il definitivo”. E’ il definitivo è la vita eterna, che la Resurrezione di Cristo ha promesso. Per questo Pasqua è un evento per noi, è “l’evento” della nostra fede.
"Mi piace immaginare la Chiesa come un meraviglioso
laboratorio del desiderio
In modo particolare, la Pasqua è la deflagrazione del desiderio. È la possibilità
che anche le nostre vite assomiglino a quelle stelle che sono state evocate nella veglia Pasquale, le
stelle del profeta Baruc, che il Signore chiama e loro rispondono: “Eccoci” in
dimensione che segnala un dialogo di desiderio fra Dio e tutta la creazione."
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