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domenica 23 settembre 2018

VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO IN LITUANIA, LETTONIA ED ESTONIA - Visita al Santuario Mater Misericordiae: "costruire ponti e non muri" (cronaca, foto, testi e video)


VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
IN LITUANIA, LETTONIA ED ESTONIA
22-25 SETTEMBRE 2018

Sabato, 22 settembre 2018
VILNIUS
16:30 Visita al Santuario Mater Misericordiae 


Nel pomeriggio, lasciata la Nunziatura Apostolica, Papa Francesco si è recato in visita al Santuario Mater Misericordiae a Vilnius. Al Suo arrivo è stato accolto dal Metropolita Ortodosso e dal Parroco della chiesa cattolica di Santa Teresa. Lungo la strada che porta alla cappellina del Santuario erano presenti alcune centinaia di bambini orfani e di famiglie affidatarie e un gruppo di malati.










Cari fratelli e sorelle!

Siamo di fronte alla “Porta dell’Aurora”, quello che rimane delle mura di questa città che servivano per difendersi da qualsiasi pericolo e provocazione, e che nel 1799 l’esercito invasore distrusse totalmente, lasciando solo questa porta: già allora era lì collocata l’immagine della “Vergine della Misericordia”, la Santa Madre di Dio che è sempre disposta a soccorrerci, a venire in nostro aiuto.

Già da quei giorni, ella voleva insegnarci che si può proteggere senza attaccare, che è possibile essere prudenti senza il malsano bisogno di diffidare di tutti. Questa Madre, senza il Bambino, tutta dorata, è la Madre di tutti; in ognuno di quanti vengono fin qui, lei vede ciò che tante volte nemmeno noi stessi riusciamo a percepire: il volto di suo Figlio Gesù impresso nel nostro cuore.

E dal momento che l’immagine di Gesù è posta come un sigillo in ogni cuore umano, ogni uomo e ogni donna ci offrono la possibilità di incontrarci con Dio. Quando ci chiudiamo in noi stessi per paura degli altri, quando costruiamo muri e barricate, finiamo per privarci della Buona Notizia di Gesù che conduce la storia e la vita degli altri. Abbiamo costruito troppe fortezze nel nostro passato, ma oggi sentiamo il bisogno di guardarci in faccia e riconoscerci come fratelli, di camminare insieme scoprendo e sperimentando con gioia e pace il valore della fraternità (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 87). Ogni giorno in questo luogo visita la Madre della Misericordia una moltitudine di persone provenienti da tanti Paesi: lituani, polacchi, bielorussi e russi; cattolici e ortodossi. Oggi lo rende possibile la facilità delle comunicazioni, la libertà di circolazione tra i nostri Paesi. Come sarebbe bello se a questa facilità di muoversi da un posto all’altro si aggiungesse anche la facilità di stabilire punti d’incontro e solidarietà fra tutti, di far circolare i doni che gratuitamente abbiamo ricevuto, di uscire da noi stessi e donarci agli altri, accogliendo a nostra volta la presenza e la diversità degli altri come un dono e una ricchezza nella nostra vita.

A volte sembra che aprirci al mondo ci proietti in spazi di competizione, dove “l’uomo è lupo per l’uomo” e dove c’è posto solo per il conflitto che ci divide, per le tensioni che ci consumano, per l’odio e l’inimicizia che non ci portano da nessuna parte (cfr Esort. ap. Gaudete et exsultate, 71-72).

La Madre della Misericordia, come ogni buona madre, tenta di riunire la famiglia e ci dice all’orecchio: “cerca tuo fratello”. Così ci apre la porta a un’alba nuova, a una nuova aurora. Ci porta fino alla soglia, come alla porta del ricco Epulone del Vangelo (cfr Lc16,19-31). Oggi ci aspettano bambini e famiglie con le piaghe sanguinanti; non sono quelle di Lazzaro nella parabola, sono quelle di Gesù; sono reali, concrete e, dal loro dolore e dalla loro oscurità, gridano perché noi portiamo ad esse la luce risanatrice della carità. Perché è la carità la chiave che ci apre la porta del cielo.

Cari fratelli! Che, attraversando questa soglia, possiamo sperimentare la forza che purifica il nostro modo di rapportarci agli altri e la Madre ci conceda di guardare i loro limiti e difetti con misericordia e umiltà, senza crederci superiori a nessuno (cfr Fil 2,3). Che, nel contemplare i misteri del Rosario, le chiediamo di essere una comunità che sa annunciare Gesù Cristo, nostra speranza, al fine di costruire una Patria capace di accogliere tutti, di ricevere dalla Vergine Madre i doni del dialogo e della pazienza, della vicinanza e dell’accoglienza che ama, perdona e non condanna (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 165); una Patria che sceglie di costruire ponti e non muri, che preferisce la misericordia e non il giudizio. Che Maria sia sempre la Porta dell’Aurora per tutta questa terra benedetta!

Lasciandoci guidare da lei, preghiamo ora una decina del Rosario, contemplando il terzo mistero della gioia.

Guarda il video del discorso del Papa

Al termine del discorso il Papa invita i fedeli a pregare una decina del Rosario, contemplando il terzo mistero della gioia e cioè la nascita di Gesù a Betlemme. Sono bambini e famiglie a intonare le Ave Maria in lituano. Segue il canto del Salve Regina e la preghiera in latino letta da Francesco che poi depone sull’altare della Madre di Misericordia il suo dono: un rosario in oro. La benedizione del Papa conclude l’incontro, fuori la gente lo aspetta per accompagnarlo con il suo saluto verso il prossimo appuntamento, quello con i giovani.

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