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martedì 4 settembre 2018

Spiagge inclusive. La prima estate di tanti lidi. Finalmente i disabili al mare


Spiagge inclusive. 
La prima estate di tanti lidi.
Finalmente i disabili al mare


Cresce l’offerta di luoghi attrezzati per persone affette da infermità anche gravi 


Non si tratta solo di rimuovere le barriere architettoniche: anni di sensibilizzazione e di impegno stanno portando a estendere l’eliminazione degli ostacoli che impediscono a persone con handicap di godere della spiaggia e del mare durante il periodo estivo, e non solo. Ma ora c’è un passo in più da fare, ed è cosa che richiede ancor più sensibilità e determinazione. C’è infatti una categoria di disabili di particolare gravità o con attrezzature delicate e ingombranti che li accompagnano in ogni spostamento ai quali la mobilità più problematica ha negato sinora la possibilità di godersi una giornata al mare con la propria famiglia e insieme a chi li assiste. È questa la nuova frontiera verso la quale si sono orientati in questa estate, tra non pochi problemi ma con grande generosità, alcuni stabilimenti balneari, qualche amministrazione comunale, le associazioni attive accanto a pazienti con disabilità rilevanti o di complessa gestione al di fuori della propria casa o dell’istituzione specializzata. Non essere esclusi dal grande beneficio (sulla psiche e l’umore, e non solo per il corpo) di poter andare al mare d’estate è una conquista che va sostenuta con la fiducia di poter incoraggiare altri a seguire l’esempio di alcuni pionieri.

Il bagno di un disabile con una sedia speciale nel mare di Porto Potenza Picena

MARCHE

A Porto Potenza Picena il centro di riabilitazione offre terapie anche sulla sabbia
Vincenzo Varagona

L’accessibilità delle spiagge marchigiane alle persone con disabilità è generalmente abbastanza buona e per migliorarla la Regione ha stanziato pochi giorni fa altre, anche se modeste, risorse. L’esperienza leader è senza dubbio quella di Porto Potenza Picena, e non potrebbe essere altrimenti, perché è antistante l’Istituto di riabilitazione Santo Stefano, punto di riferimento nazionale nell’assistenza e terapia della disabilità. Caratteristica di questi spazi, è che diventano per tre mesi l’anno teatro di sedute di terapia per i pazienti. Coordinatrice per il ’Santo Stefano’ delle attività terapeutiche in spiaggia è Stefania Pepegna: la spiaggia, spiega, in estate diventa setting terapeutico, non solo per i pazienti dell’Istituto, ma anche per chi frequenta il day hospital e anche per quanti fruiscono dei servizi del Santo Stefano in regime extraospedaliero. "E’ naturale - precisa - che l’attività sia prettamente riabilitativa e rivolta innanzitutto agli interni con personale composto dai nostri fisioterapisti. Si tratta di un servizio che va ad integrare i più classici percorsi riabilitativi in ospedale. Nel caso dei pazienti dell’extraospedaliero, invece, l’attività è di carattere ludico-ricreativo ed è finalizzata alla stimolazione del benessere e alla condivisione di una situazione piacevole com’è quella di stare in spiaggia, all’ombra dei nostri gazebo, e di fare il bagno in mare". Nelle ore del servizio, l’Istituto Santo Stefano prevede la presenza di tre operatori sanitari e la spiaggia è monitorata da un bagnino. In alcuni giorni della settimana i servizi sono fruiti anche da pazienti di altre due strutture, di Caccamo (Serrapetrona, Macerata) e Loreto). Qui a Porto Potenza Picena la ’sedia job’ non è una scoperta dell’ultim’ora: "la utilizziamo da quando è in produzione, conferma Pepegna, cioè da quasi vent’anni". Al momento questi spazi non sono aperti a esterni: "Non possiamo aprirla, spiega la responsabile, per ragioni di sicurezza e responsabilità dell’Istituto, ma anche anche di privacy. Questa spiaggia è sostanzialmente un clone estivo dei nostri reparti, e consente di arricchire la terapia con il valore aggiunto dell’acqua di mare. "Questa realtà è cresciuta con il tempo: trent’anni fa avevamo solo un bagnino per la sorveglianza, oggi in spiaggia ci sono veri e propri reparti attrezzati per il proseguimento delle terapie. Abbiamo uno dei mari più belli della costa, sempre pulito. I pazienti ne sono contenti, al punto che con una certa frequenza organizziamo in spiaggia anche momenti conviviali".

ROMAGNA

Nella struttura del Ravennate che permette di fare il bagno ai malati con più limitazioni
Daniela Verlicchi

Per permettere a un disabile grave (per esempio ai malati di Sla, Sma e chi ha bisogno della ventilazione per vivere) di fare un bagno in mare, non basta la buona volontà di amici o parenti. Serve una passerella lunga fino al mare, lettighe o sedie a ruote speciali e il collegamento all’elettricità sulla spiaggia. Ecco perché non è semplice trovare stabilimenti in grado di offrire questa opportunità davvero a tutti. Ma è prezioso, per ritrovare quella normalità e spensieratezza che troppo spesso la malattia ruba a tutta la famiglia. A Punta Marina, nel comune di Ravenna, lo scorso 30 luglio, è stata inaugurata la prima struttura balneare in regione (e probabilmente in tutto il Nord-Est) pensata per permettere anche ai disabili più gravi, di trascorrere una giornata al mare e fare il bagno. La missione è chiara già dal nome del progetto, realizzato dall’associazione "Insieme a te" con il contributo di Comune e Regione: "Tutti al mare. Nessuno escluso". Era il sogno di Dario Alvisi che ha perso la sua battaglia con la Sla lo scorso 2 aprile, che ora è stato realizzato da sua moglie, Debora Donati, le sue tre figlie e e dall’associazione nata attorno a lui. Saranno proprio i volontari dell’associazione quest’anno a gestire la struttura assicurando ogni giorno, dalle 9 alle 19, l’accesso al mare. Un servizio che è e rimarrà, spiega Debora, completamente gratuito. "Quando una persona è affetta da Sla - spiega - sembra tutto impossibile: uscire di casa, andare al mare e figuriamoci fare il bagno.Ora vogliamo regalare, qui a Punta Marina Terme, gli stessi momenti di gioia e normalità che abbiamo vissuto insieme a Dario a tante famiglie a cui spesso viene tolta ogni speranza". E attorno a questo obiettivo, si sono riunite tantissime persone, amici e conoscenti di Dario ma non solo: "Mi sembra più presente che mai - racconta commossa Debora - attorno a noi c’è un’energia positiva che può essere soltanto sua". La prima ospite di Tutti al mare è stata Letizia, una giovane malata di Sma, che non faceva il bagno da circa 3 anni; il secondo è stato Fabio Bazzocchi, che da diversi anni convive con la Sla. Anche per loro, come per Dario è stato molto più di un bagno, come è stato detto all’inaugurazione: la possibilità, per qualche ora, di tornare alla vita di prima, di "essere felici in mare, lasciando la disabilità sulla riva". La struttura, in legno e pannelli, ruota attorno alla larga passerella che permette a tutti i tipi di sedie a ruote e lettighe di arrivare al mare, con vari supporti. A terra, invece, i disabili verranno accolti in ambienti realizzati in legno e tendaggi per offrire una maggiore privacy. Info: info@insiemeate.org, 3248255263.

Il Villaggio San Paolo di Cavallino Treporti

VENETO 

Nessun tipo di barriera nel villaggio attrezzato della diocesi di Belluno-Feltre
Francesco Dal Mas

Nessuna barriera architettonica, né all’interno del villaggio, neppure sull’arenile, tanto meno in acqua. "Abbattere le barriere architettoniche e culturali è da sempre la nostra priorità - afferma Paolo Santesso, direttore dell’ODAR, l’opera diocesana di assistenza religiosa della diocesi di Belluno-Feltre -. Per questo è nato il villaggio San Paolo, totalmente accessibile, dal parcheggio delle auto agli alloggi, fino alla discesa al mare con servizi stagionali come il ’blue market’, il supermercato dove fare la spesa, il bar ’Al forte’, il ristorante ed uno SpuntiPizza. Siamo a Treporti, la capitale europea del turismo all’aria aperta. Dei 300 alloggi autonomi del villaggio, addirittura 100 sono attrezzati di tutto punto per accogliere disabili, leggeri ed anche gravi, con le loro famiglie. Tra gli ausili a disposizione, una quindicina di letti ortopedici, mezza dozzina di sollevatori, carrozzine, veloplus, ben 90 postazioni accessibili in spiaggia, bagni con docce sempre in spiaggia e speciali carrozzine per l’ingresso in acqua. La struttura dispone di un’infermeria, con personale professionalizzato e su richiesta delle famiglie di servizi extra adatti alle varie esigenze. Il San Paolo dall’anno scorso è entrato nel progetto regionale "Turismo sociale ed inclusivo nelle spiagge venete" come eccellenza per accessibilità e servizi. Un progetto che prevede anche la presenza di un operatore sociosanitario per la mobilitazione in acqua. Ben 300 i volontari che si alternano di stagione in stagione. "E’ da più di 50 anni che le strutture diocesane di Belluno-Feltre si fanno promotrici di inclusione sociale e vacanze per tutti, con un’attenzione alle fasce più deboli ed alle necessità dei singoli - spiega Santesso -. Ma in questo villaggio, come in quello alpino di Auronzo (Villa Gregoriana), non abbiamo voluto creare dei ghetti. La particolarità di questi luoghi nasce dalle persone che li frequentano e che vi trovano un clima di condivisione ed accoglienza". Puntuale la collaborazione anche con gli enti locali, in questo caso con il Comune di Treporti che favorisce in tutti i modi l’inclusione delle persone disabili ospiti del San Paolo o che dall’esterno si appoggiano a questa struttura, magari solo per una passeggiata sul lungomare. "E’ evidente che con i 100 appartamenti privi di ogni barriera - spiega il direttore Santesso - abbiamo voluto venire incontro soprattutto a quelle famiglie che desiderano trascorrere anche la vacanza insieme ai loro cari colpiti dalla disabilità, soprattutto se grave".

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SICILIA

Gli accessi protetti al mare garantiti dal volontariato
Marco Pappalardo

Una ricerca sul territorio siciliano dell’associazione "Sicilia Turismo per Tutti" presenta circa 60 spiagge accessibili a disabili, di cui una ventina pubbliche, la maggior parte lidi privati e una decina autogestite o con la presenza di associazioni di volontariato. Fin qui i dati ma, a sentire le persone con disabilità e le loro famiglie, a volte è un’accessibilità sulla carta o parziale, magari individuata solo dalla presenza di una mezza passerella o di una sedia job; ci vuole molto di più o almeno il minimo come i parcheggi liberi davanti alla spiaggia, l’intero percorso apposito sulla spiaggia, i servizi igienici e le docce adatte, il personale competente. A Capo d’Orlando, in provincia di Messina, c’è una realtà che da due anni offre una spiaggia molto attrezzata sul lungomare "Ligabue" grazie ai volontari dell’associazione "NoLimits-Al di là del muro" che promuove la cultura della diversità come valore e non come un limite. «In collaborazione con il Comune ma tutto gratuitamente – afferma la presidente Patrizia Galipò – a luglio e agosto ogni giorno i nostri 13 volontari garantiscono alle persone con disabilità di vario tipo, alcune anche molto gravi, di accedere alla spiaggia e al mare insieme agli accompagnatori e alle famiglie, godendo di ambienti dedicati, il tutto senza spese». La spiaggia, che porta il nome dell’associazione, è accessibile dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 19.30; ha 15 postazioni con lettini a gamba alta e ombrelloni, 4 sedie job con assistenti, tutto collegato tramite pedane, piattaforme con scivolo per attività ricreative di gruppo, bagni e docce per le diverse situazioni, un bagnino, un defibrillatore. «I nostri ospiti – continua Galipò – non sono solo siciliani, provengono da altre regioni e dall’estero, e ci sorprende sentire che da anni non vanno a mare o fanno un bagno per la mancanza di strutture adeguate. Per questo vorremmo offrire per il prossimo anno un servizio migliore, aumentando le postazioni, i volontari e trovando risorse per altro personale specializzato, finora presente grazie alle iniziative di solidarietà». Sull’opposta costa siciliana c’è un’altra spiaggia attrezzata a Manfria, vicino Gela, come racconta Gaetano Giambusso che, da persona disabile impegnata nel sociale, combatte la battaglia per l’accessibilità completa: «Si tratta di una parte di spiaggia del lido "Accidia village", messa a disposizione dell’associazione "L’Essenziale" di Gela, che da sei anni a luglio e agosto con una ventina di volontari sostiene il progetto "Mare anch’io, un mare senza barriere", che permette a persone con diverse disabilità un accesso più sereno e una vacanza possibile con accompagnatori e famiglie».

L’inaugurazione della spiaggia

SARDEGNA 

Sull’isola di Sant’Antioco l’alleanza benefica tra associazione e Comune
Roberto Comparetti

Si chiama "L’Isola del Cuore". L’ha realizzata l’associazione "Le Rondini" sulla spiaggia di Maladroxia a Sant’Antioco, nel Sulcis. Un servizio a favore di persone affette da disabilità, compresi malati di SLA o chi è tracheotomizzato, che l’Associazione ha realizzato grazie ad una concessione gratuita del Comune che avrà validità per nove anni. "L’idea - dice Simona Espa, vice presidente dell’Associazione - nasce dalla volontà di offrire anche ai malati gravi la possibilità di accedere alla spiaggia, come già capita in altre zone, ma soprattutto di favorire l’accesso in acqua ai disabili gravi. Abbiamo fatto una ricerca e abbiamo visto che in Puglia era stata avviata un’iniziativa rivolta ai malati gravi. Abbiamo preso contatto e, dal settembre 2017, abbiamo lavorato per presentare il progetto, sostenuto anche dalla Fondazione di Sardegna". La struttura offre assistenza medico infermieristica per i casi più gravi grazie a medici e infermieri specializzati del reparto di rianimazione del Sirai di Carbonia, che regalano così il loro prezioso tempo a favore dei malati. Lo scorso giugno, quando il servizio è stato avviato, ha visto tra i primi fruitori i malati della zona meridionale della Sardegna. Oggi l’iniziativa interessa anche chi vive lontano dal Sulcis, come un giovane londinese che venuto in vacanza in Sardegna ha saputo de "L’Isola del Cuore" e, a 22 anni dall’incidente che lo ha costretto su una carrozzina, è riuscito a rifare un bagno in mare. Il servizio realizzato su una parte dell’ampia spiaggia Sulcitana dispone di quattro postazioni standard e speciali. Le prime due sono allestite con ombrellone, sedia e lettino da spiaggia e sono prenotabili dalle persone con disabilità motorie che non presentano necessità di assistenza specifica. Le altre due sono realizzate con un apposito gazebo ombreggiato, hanno collegamenti elettrici, acqua corrente per il collegamento di macchinari, spazi di manovra maggiore per le persone con SLA o altre malattie neuromotorie e necessitano della presenza di strumentazione specifica o di assistenza personalizzata per le operazioni di tracheo e PEG. Ma "L’Isola del Cuore" ha contagiato molte persone. "La solidarietà che si è messa in moto - conclude Simona - è stata forse inaspettata: singoli cittadini, titolari di esercizi commerciali fino agli imprenditori della zona hanno sostenuto l’iniziativa con donazioni e aiuti di diverso tipo". Una solidarietà contagiosa che consentirà all’Associazione "Le Rondini" di mantenere il servizio attivo fino al 30 settembre.

CAMPANIA

A Ischia e Procida stabilimenti mobilitati
Valeria Chianese

In Campania sta dando i suoi frutti il progetto «Vai al mare con Uildm» attivato dall’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare, che ha spinto a dotare alcune spiagge di Ischia e Procida e del litorale campano di sedie «Job», acronimo di «Jamme ’o bagno» (un invito accattivante in dialetto napoletano a fare un bagno in mare) per la balneazione di persone con disabilità. Esempi? In Comune di Barano d’Ischia presso la celebre spiaggia dei Maronti il Lido Belmare si è attrezzato per permettere l’accesso con facilità, a Forio ben tre lidi offrono questa possibilità. Nella centralissima spiaggia della Chiaia lo stabilimento Fratelli Mattera è attrezzato con una sedia Job, così come a Citara il Viola e Il Galeone. A Ischia impegnati a San Pietro il Lido Ippocampo e presso la spiaggia dei pescatori il Bagno Di Leva. Anche Procida ha aderito all’iniziativa e abbattuto le barriere architettoniche offrendo dotazioni accoglienti: è il caso presso la Chiaiolella del Sunsetbeach e a via Roma del Lido Le Grotte. Il mare accessibile a tutti è un progetto che rientra all’interno del Peba (Piani di eliminazione delle barriere architettoniche) per consentire a ogni persona di condurre una vita normale a prescindere dalla disabilità.