Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Gv 2,13-25
Per Israele il Tempio è " ha-Maqom ", il Luogo per eccellenza, fonte di gioia, di festa e di comunione, dove il popolo fa esperienza del Signore della Vita. Purtroppo però, e in ogni tempo, esso è trasformato in un luogo di mercanteggio con Dio e tra gli uomini, una spelonca di ladri, giustificazione di soprusi e oppressioni, quando è usato come strumento di potere ed il denaro diventa il dio effettivo che in esso si adora. Gesù è venuto ad abolire questo sistema oppressivo (e ne pagherà il prezzo con la vita) perché il Padre non può sopportare << delitto e solennità >> (Is 1,10-15).
Il suo gesto profetico sta ad indicare che è giunto il tempo di un nuovo esodo, il momento propizio (il kairòs) della liberazione, il tempo di rivelare il volto di un Dio che non esige la vita dai suoi figli, ma che offre e spezza la sua per loro. Gesù è il << Pastore Bello >> che viene a salvare la vita delle sue pecorelle conducendole fuori dal recinto del Tempio - dove erano destinate al macello - verso i pascoli della Vita. Il Tempio ha ormai perso la sua ragion d'essere perché Gesù è il nuovo Santuario, la vera "Mishkàn", la Tenda di Dio tra gli uomini, la Dimora dello Spirito di Dio, la Gloria dell'ineffabile Nome. Insieme a Lui, anche noi siamo chiamati a diventare dimora di Dio che dimora in noi.