8 marzo. Le donne che cambiano il mondo
Paladine dei diritti dimenticati, pronte a sedersi al tavolo dei grandi del mondo o a bussare alle porte dei vicini di casa per fermare le baby gang. Le storie di Daniela, Beatrice, Maria Luisa
Per le donne questo è stato l’anno della denuncia. L’anno del “no”, alla violenza di genere e ai soprusi, urlato al mondo per riaffermare dignità, parità, diritti, soprattutto sul lavoro. Una presa di coscienza senza precedenti, iniziata negli Stati Uniti col caso Weinstein e sfociata in manifesti e mobilitazioni pubbliche anche nel nostro Paese: in nome del #MeToo («è successo anche a me», ma in seconda istanza anche «non sei da sola») centinaia di donne hanno detto basta alla molestia e alla discriminazione come cifre comportamentali nei confronti del mondo femminile.
La lotta alla violenza di genere, però, non esaurisce l’impegno quotidiano con cui le donne contribuiscono alla costruzione di una società più giusta, e umana. I diritti delle donne non sono – e non possono essere – i soli diritti per cui le donne combattono. Parlare di molestie, stalking e femminicidi, alla vigilia dell’8 marzo, è sacrosanto e tuttavia tremendamente riduttivo. Il valore delle donne, la differenza che la loro presenza determina nella vita quotidiana, il risultato del loro coraggio e della loro determinazione hanno anche i colori e le forme straordinari che vi raccontiamo in questa pagina.
C’è una donna che in quarant’anni di lavoro, senza mai fermarsi, s’è fatta carico del dolore dei malati di amianto.
Il medico di Casale Monferrato ha accolto e curato oltre mille pazienti dal 1978 a oggi. Un dono per la città il suo hospice e la collina delle donne al Parco Eternot
C’è una ragazza – ha poco più di trent’anni – che bussa alla porta dei grandi del mondo per convincerli a deporre le armi nucleari.
L'associazione che guida dal 2007 è riuscita a convincere l'Assemblea generale dell'Onu al bando sulle armi nucleari
C’è una mamma che, davanti alla violenza insensata delle baby gang contro suo figlio, è scesa in strada a chiamare le altre mamme.
Da madre ferita, per l'agguato dei bulli al suo Arturo, a testimone di legalità: «Ripartiamo dalla famiglia e dalla scuola»
Serve prendere coscienza anche di questo, l’8 marzo: che le donne hanno il potere di cambiare il mondo.
(fonte: AVVENIRE)