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mercoledì 20 dicembre 2017

Religiosità popolare - Preghiere in dialetto - Lazio: Er presepio (Il presepio)


La religiosità popolare di tutte le regioni italiane è ricca di preghiere dialettali, espressione di una cultura religiosa tramandata oralmente di generazione in generazione, per lo più dai nonni ai nipotini.
L'era moderna, purtroppo, tende a cancellare questo patrimonio, infatti le suddette preghiere permangono quasi esclusivamente nei ricordi delle persone più anziane. 

Nei giorni scorsi Padre Gregorio Battaglia, della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto - ME - (che i nostri lettori sicuramente conoscono attraverso i post da noi pubblicati) ci chiedeva se fosse stato possibile  pubblicare una preghiera in dialetto siciliano ricordata da una persona anziana che sta attraversando un momento molto difficile, questa richiesta ci ha stimolati a promuovere nel periodo di Avvento la pubblicazione di questa forma di devozione appartenente al nostro patrimonio culturale estendendo l'invito ai nostri lettori di tutte le regioni italiane.

Ci farebbe molto piacere avere un riscontro positivo da parte dei nostri lettori, che pertanto invitiamo a inviare il loro contributo o con un messaggio privato in Facebook nella pagina "Quelli della Via" o scrivendo una email alla casella di posta di "Tempo Perso": 
tempo-perso@libero.it .
Vi chiediamo cortesemente di indicare, accanto alla versione dialettale, anche quella in lingua italiana e, nel caso ne foste a conoscenza, di corredarla di diversi particolari (ad esempio se veniva recitata in particolari periodi dell'anno o momenti della giornata, o se rivolta a qualche Santo per chiederne l'intercessione, o a qualunque altra informazione riteniate opportuno fornirci). 

Sarà nostra cura selezionare i suggerimenti, verificandone ovviamente i contenuti, e preparare i post ed anche uno Speciale, in continuo aggiornamento, in cui potere rintracciare con facilità tutte le preghiere.


Preghiere in dialetto

 Lazio 


Pur non essendo una preghiera abbiamo inserito questa poesia nella presente raccolta perché può aiutare a riflettere sul vero senso del preparare il presepio.
Rammentiamo che si deve a Francesco d’Assisi la diffusione del presepe che il santo allestì per la prima volta a Greccio nel 1223.

Er presepio
(Il presepio)
Ve ringrazio de core, brava gente,
pé 'sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v'odiate,
si de st'amore non capite gnente...
(Vi ringrazio di cuore, brava gente,
per questi presepi che mi preparate,
ma che li fate a fare? Se poi vi odiate,
se di questo amore non capite niente...)

Pé st'amore sò nato e ce sò morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la parola mia pare 'na voce
sperduta ner deserto, senza ascolto.
(Per questo amore sono nato e sono morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la mia parola sembra una voce,
sperduta nel deserto, senza ascolto.)

La gente fa er presepe e nun me sente;

cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l'amore
è cianfrusaja che nun cià valore.
(La gente fa il presepio e non mi ascolta;
cerca di farlo sempre più sfarzoso,
però ha il cuore freddo e indifferente
e non capisce che senza l'amore
è cianfrusaglia che non ha valore.)
Trilussa, pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri (Roma, 26 ottobre 1871 – Roma, 21 dicembre 1950), è stato un poeta, scrittore e giornalista italiano, particolarmente noto per le sue composizioni in dialetto romanesco.


Vignetta di GIOBA (don Giovanni Berti)

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