PICCOLE COSE IN ALTO SILENZIO
Natale non è facile da capire, è una lenta conquista...
In questo giorno di auguri,
Dio ci chiede di benedire uomini e storie
I commenti di p. Ermes al Vangelo della domenica sono due:
- il primo per gli amici dei social
- il secondo pubblicato su Avvenire
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo. Lc 2,16-21
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PICCOLE COSE IN ALTO SILENZIO
Natale non è facile da capire, è una lenta conquista...
In questo giorno di auguri, Dio ci chiede di benedire uomini e storie
Otto giorni dopo Natale, lo stesso racconto: Natale non è facile da capire, è una lenta conquista.
Ci disorienta quella nascita, che nella notte divenne un passare di voci che raccontavano una storia incredibile. Da stropicciarsi gli occhi.
È venuto il Messia ed è nel giro di poche fasce, nella ruvida paglia di una mangiatoia. Chi va a cercarlo nei sacri palazzi non lo trova.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette dai pastori. E’ lo stupore semplice della fede, mistero di un Dio che sa di stelle e di latte, di infinito e di casa.
Dimentichiamo tutta la liturgia senz'anima che presiede a questi giorni: regali, botti, auguri, sms clonati, luci, per conservare ciò che vale davvero: la capacità di sorprenderci per un bimbo indifeso.
Impariamo da Maria e dal suo silenzio. Da lei che medita nel cuore fatti e parole, da lei impariamo a prenderci del tempo per aver cura dei nostri sogni.
E impariamo il Natale anche dai pastori, che non ce la fanno a trattenere la gioia e lo stupore, ma se ne tornano cantando, leggeri di una felicità mai provata.
Con lei e i pastori, salviamo questo stupore piccolo: il Verbo è un neonato che non sa parlare, l'Eterno è appena il mattino di una vita, l'Onnipotente è un bimbo che sa solo piangere. Dio ricomincia sempre così, con piccole cose e in alto silenzio.
In questo giorno di auguri, le prime parole della Bibbia sono: Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne dicendo: voi benedirete i vostri fratelli.
Per prima cosa, che lo meritino o no, voi benedirete. Dio ci chiede di benedire uomini e storie, il blu del cielo e il giro degli anni, il cuore dell'uomo e il volto di Dio.
Benedire è invocare una forza che accresca la vita e la faccia risorgere; vuol dire alzarsi, cercare, trovare, riconoscere il bene che c'è in ogni fratello, per una vita felice, per una vita di pace.
La benedizione non è salute, denaro, fortuna, prestigio, ma è la semplice luce di Dio che ci benedice ponendoci accanto persone dal volto e dal cuore luminosi.
Il Signore ti faccia grazia. Cosa ci riserverà l'anno che viene? Io non lo so, ma so che il Signore mi farà grazia, si chinerà su di me e mi farà grazia di tutti gli sbagli e di tutti gli abbandoni; mi camminerà a fianco, e nelle mie prove si abbasserà verso di me. Qualunque cosa accadrà quest'anno, Dio sarà chino su di me.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto.
Che cosa è un volto che risplende? Poca cosa, eppure essenziale. Perché il volto è la finestra del cuore, e racconta cosa ti abita.
Scopri allora che Dio è luminoso, ritrova nell'anno che viene un Dio solare, ricco non di troni e di leggi, ma il cui più vero tabernacolo è un volto luminoso, una finestra di cielo.
Papa Benedetto, brilli ora per te il volto di Dio. Un Dio dalle grandi braccia e dal cuore di luce.
Benedetti da chi ha volto e cuore luminosi (...)
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