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venerdì 16 dicembre 2022

Enzo Bianchi Il posto della donna nella Chiesa La Repubblica - 12 Dicembre 2022

Enzo Bianchi
Il posto della donna nella Chiesa

La Repubblica  - 12 Dicembre 2022


Da diverse chiese locali di tutto il mondo sono pervenuti a Roma i resoconti del lavoro di ascolto dei cattolici che si sono impegnati nel processo sinodale, stimolato e incoraggiato da Papa Francesco, e di fatto ha indicato temi e riforme per la chiesa di domani. Mai nella storia di tutte le chiese si era vissuto un processo del genere, con il coinvolgimento dei fedeli, ai quali viene riconosciuta la libertà di interpretare i segni dei tempi e proporre urgenti mutamenti! E si tratta non solo di mutamenti di stile, di comportamento e di spirito ecclesiale ma anche di coraggiose riforme delle strutture e di rilettura per l’oggi della morale cristiana stessa, che è sempre frutto non solo del Vangelo ma anche della cultura umana.

Così, dopo questa prima fase, si vive una certa incertezza e alcune paure. Temi brucianti, questioni a lungo dimenticate sono emerse con chiarezza teologica, espresse in modo maturo da alcune chiese nazionali generando timore nella curia romana e anche in settori ancorati in modo rigido alla tradizione, fino ad abbaiare alla possibilità di uno scisma della chiesa di Germania, che invece resta in tutto una chiesa cattolica dotata di grandi doni per leggere teologicamente i problemi con vera intelligenza.

Su un tema soprattutto il rischio è che si generi una profonda frustrazione: il posto della donna nella chiesa. In una recente intervista ad America magazine, Papa Francesco alla domanda se la donna potrà essere ordinata nel ministero ha ribadito la posizione da lui espressa già altre volte, ricorrendo a una formula inventata dal teologo H. U. Von Balthasar, che legge la chiesa come una polarità attorno a un principio petrino e a un principio mariano. Al carisma di Pietro appartiene l’autorità e il governo, al principio mariano, invece, il carisma dell’amore. A partire da questo paradigma simbolico è facile dunque affermare, come si è fatto, che la chiesa vive del principio petrino, presente nella gerarchia costituita da uomini che la governano, i pastori, e trova un’immagine speculare in Maria, la madre dei credenti e sposa di Cristo! Così si identifica una donna con la casa, il femminile con l’interiorità, la ricezione e il maschile con la ministerialità, l’autorità, il potere, l’azione.

Io credo che sia impensabile per un credente di oggi accogliere una simbolica così discriminante. Come è possibile paragonare Pietro e Maria che stanno su piani di ordine diverso? Io non credo proprio che questa sia la via per motivare il divieto del ministero ordinato alle donne, senza dimenticare che Commissione biblica pontificia istituita da Paolo VI non trovò nel Nuovo Testamento impedimenti a tale accesso. So però che la tradizione ha sempre escluso una tale ammissione all’orine e che oggi la chiesa resta impreparata a un’apertura del genere, che la stragrande maggioranza dei cattolici non riesce ad assumere una tale novità, e comunque resta un vero e serio problema ecumenico con le chiese sorelle dell’ortodossia, che esse pure non ammettono le donne all’ordine.

Invece di arrampicarci su ipotesi che non hanno alcun rigore teologico e invece di continuare a ripetere apoditticamente che “non è nella disponibilità della chiesa aprire alle donne il sacramento dell’ordine”, meglio essere semplicemente trasparenti e chiari: oggi non è possibile perché tale scelta non è matura nella chiesa cattolica. Perciò si continui a cercare sinceramente come rispondere ai bisogni del popolo di Dio, e come riconoscere alla donna il posto che le è dovuto senza invocare giustificazioni che non convincono, apparendo ingenue e incongrue e perciò insufficienti.
(fonte: blog dell'autore)