"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Giuseppe è un uomo che sogna, un uomo che non si accontenta di un futuro che pare già scritto e stabilito, del: «si è fatto sempre così, perché cambiare?». Egli è tutt'altro che un giusto secondo la mentalità ebraica, perché disobbedisce ad un tassativo comando della Torah: Maria deve morire! Egli invece è l'uomo dell'ascolto che, obbediente al Signore della vita, realizza il sogno di Dio sul mondo. Giuseppe è il nuovo Adamo, immagine della Chiesa, che non ha più paura del suo Signore, ma lo ascolta e cammina con Lui. Dio entra così nella storia, la nostra storia, perché anche noi possiamo prendere parte alla Sua e lo fa assumendo la nostra fragilità - la nostra carne - perché noi possiamo accogliere la Sua vita così come Lui si palesa: un bimbo piccolo, povero è indifeso. Maria viene colmata della Grazia del Altissimo e coinvolta in quello che mente umana mai avrebbe potuto pensare o immaginare: concepire l'inconcepibile. In Maria, che è la prima di tutti i credenti, la Parola increata si è fatta uno di noi. Come Giuseppe, allora, prendiamo con noi anche lei, Maria, perché «non è possibile accedere, per via ordinaria, a Gesù se non attraverso la mediazione storica di colei che lo ha accolto e generato. Solo in Maria, figura dell'Israele fedele, troviamo la carne del Signore e il Signore che si dona ad ogni carne» (cit.).
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)
Vangelo: