Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



sabato 21 dicembre 2019

"Vento anti-Bergoglio?" di Sergio Paronetto

"Vento anti-Bergoglio?" 
di Sergio Paronetto

Movimenti religiosi e politici contro papa Francesco.
Chi e perché vuole fermare il Papa.


L’elezione di Jorge Bergoglio al soglio pontificio nella primavera del 2013, assieme a un grande entusiasmo, ha scatenato anche una reazione multiforme, costante e rabbiosa. I movimenti religiosi e politici anti-Francesco si sono mossi subito. Non parlo di critiche documentate, ma di una inquisizione sistematica e feroce. È mia intenzione offrire un’analisi sintetica (in più tappe), in vista dei primi sette anni del pontificato. 

I primi assalti
Nell’ottobre 2013 in Italia è Il Foglio di Giuliano Ferrara, in quel periodo ateo devoto alla famiglia teocon statunitense, a lanciare il suo deciso attacco a papa Francesco ospitando stroncature provenienti da varie direzioni in vista di alcuni obiettivi: dare spazio al mondo cattolico più reazionario e anticonciliare; raccogliere ogni forma di contrarierà, compresa quella “ultra-liberal”, un tempo considerata cattiva maestra ma ora utile per attaccare l’attuale pontificato; usare politicamente il malumore antibergogliano; provocare forse uno scisma; spingere il Papa alle dimissioni. Il giornale più papista diventa apertamente antipapista. Chi ha fatto per anni apologia (ideologica) di papa Ratzinger, usandolo a sostegno di Berlusconi, di Bush e della superiorità dell’Occidente, ora assale papa Bergoglio avvertito come scomodo innovatore. Tra ottobre e novembre 2013 Il Foglio pubblica lunghi testi di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro che, nel proclamarsi difensori della vera religione cattolica, ripropongono la visione triste e cupa di una ideologia religiosa reazionaria, dolorista e vittimaria.

Questo papa non ci piace
Il 9 ottobre viene concessa grande evidenza al primo lungo intervento, Questo Papa non ci piace. Essi colpiscono ogni aspetto del pontificato: l’“imponente esibizione di povertà” nella visita ad Assisi; il dialogo con Scalfari e con i non credenti sulla centralità della coscienza; la dichiarazione della irreversibilità del Concilio; la deformazione del Vangelo sottomesso al “mondo”; frasi come “io credo in Dio, non in un Dio cattolico” (che, in realtà è di madre Teresa di Calcutta) o “il proselitismo è una solenne sciocchezza” (idea già espressa da Benedetto XVI), oppure “i poveri sono la carne di Cristo”; l’insistenza sulla misericordia e sul perdono. I sei mesi di papa Francesco, dicono, sono stati “un campionario di relativismo”. Per loro e per altri, come Mattia Rossi (Il Foglio, 11 ottobre) Francesco sta fondando una nuova religione opposta al magistero cattolico. Il Papa esprimerebbe un “erosivo magistero liquido” e sentimenti umanitari che “rasentano fortemente l’eresia”. In estrema sintesi, Francesco è gesuitico, sconcertante, inquietante, relativista, modernista, permissivo, amorale, populista, pauperista, eretico. 

Lamento cattolico
Noi cattolici stiamo con don Matteo Salvini. L’attacco a papa Francesco diventa ogni giorno più massiccio. Ogni frase, ogni gesto, ogni evento, ogni intervista, tutto è sottoposto a un’ipercritica demolitrice e incalzante. A volte si sfiora il ridicolo. Si costruisce la bolla delle fake news. Molti interventi sembrano venire da un altro pianeta, senza rispetto per la storia della Chiesa e senza attenzione alle parole del papa nel loro contesto (Nello Scavo, Roberto Beretta, Fake Pope. Le false notizie su papa Francesco, San Paolo, Cinisello Balsamo 2018, nda). 

Su Il Foglio del 16 ottobre 2013, con l’articolo Orgoglioso lamento cattolico, Gnocchi e Palmaro insistono con rabbia: “In soli sei mesi si è buttata a mare l’esigenza di mostrare con rigore la ragionevolezza della fede che tanto andava di moda con Benedetto XVI”; “sono stati spazzati via in un lampo secoli di metafisica. Nello spazio di un’omelia a Santa Marta, è stata cancellata la memoria di Ratzinger”. I due scrittori vogliono difendere una visione sacrale-separata del Papa affidata alla nostalgia del piccolo mondo antico. “Un volta c’era il Papa ed era tutto un altro mondo. Il Bianco Padre che da Roma ci era meta, luce e guida”, “doveva stare lassù, lontano e quasi irraggiungibile”. Nella loro critica i due lamentano una presunta emarginazione e invocano il pluralismo, ma il loro è un pluralismo tutto autoreferenziale. La pluralità di chi intende accompagnare l’innovazione francescana è negativa. I cattolici vicini a Francesco sono passivi, servili, opportunisti, manipolati, anormali, “martiniani”, papolatri, sciagurati, vuoti, traditori o ignoranti. 

Ormai “il mondo cattolico è incapace di esprimere intellettuali di qualche caratura” come Augusto Del Noce. Alcuni forse ritengono tale Antonio Socci per il quale il Papa attuale è abusivo (Antonio Socci, Non è Francesco. La Chiesa nella grande tempesta, Milano 2014. A lui risponderà, tra i molti, Raniero La Valle con Chi sono io, Francesco? Cronache di cose mai viste, Milano 2015, nda) e che arriverà a dire: “noi cattolici stiamo con don Matteo Salvini” (liberoquotidiano.it, 27.02.2018). Il leghismo diventa la base armata di un auspicato scisma?

Capovolgimento di priorità 
Il 22 ottobre, gli scatenati Gnocchi e Palmaro con l’intervento Cristo senza dottrina né verità operano un vero capovolgimento di priorità. L’essenziale per il cristianesimo non starebbe nel “semplice incontro” (?!) con Gesù Cristo ma nell’adesione intellettuale alla filosofia di Tommaso D’Aquino, all’apologetica tradizionale, alla dottrina della legge naturale, alla disciplina formale. Che dire? 

In primo luogo, si scambia ciò che è secondario o successivo per primario e originario (Gesù Cristo morto e risorto). 

In secondo luogo, vengono definite “amenità” il rispetto del creato, la lotta alle mafie, l’amore per i poveri, la giustizia e la pace. 

In terzo luogo, viene rivalutata la difesa della verità con la violenza: “a spada tratta, con impegno assoluto e a prezzo del sangue”. Interventi analoghi a quelli de Il Foglio appaiono via via su Il Giornale, Libero e poi La Verità. Del Papa ritenuto permissivo, perdonista, buonista, sottomesso al “mondo”, non si vogliono ricordare (perché troppo scomode) le brucianti espressioni sul carrierismo ecclesiastico, sul clericalismo, sulla mentalità cortigiana, sulla mondanità-vanità, sull’idolatria della ricchezza. Non si ricordano le frasi sui credenti “da sacrestia, da salotto, da pasticceria” (15 maggio 2013), “ipocriti” (14 ottobre 2013) e simili. 

Il 12 novembre 2013, Il Foglio titola Liquefazione della Chiesa un lungo intervento di Roberto De Mattei, autore di scritti dell’editrice “Fede e cultura” che ha una collana “I libri del ritorno all’ordine”. De Mattei vede il Concilio Vaticano II come la Riforma protestante e la Rivoluzione francese, cioè un grande male, “un momento di indubbia, e per certi versi apocalittica, discontinuità storica”. Papa Francesco ne “incarna l’essenza”. L’Evangelii gaudium, uscita nello stesso periodo, afferma l’opposto.

La chiave in tasca e la porta chiusa
Il 17 ottobre 2013, nella meditazione a Santa Marta, il Papa si riferisce proprio ai tradizionalisti-reazionari: “Guai a voi, dottori della legge, che avete portato via la chiave della conoscenza!. Oggi, Gesù ci parla di questa immagine della chiusura, è l’immagine di quei cristiani che hanno in mano la chiave, ma la portano via, non aprono la porta. Anzi peggio, si fermano sulla porta e non lasciano entrare, e così facendo neppure loro entrano […]. Questo è, dunque, il processo spirituale o mentale di chi vuole la chiave in tasca e la porta chiusa. La fede diventa ideologia e l’ideologia spaventa, l’ideologia caccia via la gente, allontana la Chiesa dalla gente. Ma è una malattia grave, questa dei cristiani ideologici. Una malattia che non è nuova. Già l’apostolo Giovanni, nella sua prima Lettera, parlava di questo”. Siamo nel 2013. La grande ondata antibergogliana deve ancora arrivare. 

Note 
Sergio Paronetto ha scritto numerosi articoli per Mosaico di pace e tanti libri.
Tra questi ricordiamo:
Primo Mazzolari e Tonino Bello. L’inquietudine creativa della pace, MnM Print 2018
Tonino Bello maestro di non violenza. Pedagogia, politica, cittadinanza attiva e vita cristiana, Paoline Editoriale Libri 2012
Pace nuovo umanesimo. Dal Concilio Vaticano II a papa Francesco, Cittadella 2015
Un’eredità che viene dal futuro: don Tonino Bello, la meridiana 2018 

(Fonte: Il Mosaico di pace - Dicembre 2019) 



Leggi anche i post già pubblicati: