In Senato il premio agli studenti.
Nonni, una presenza più forte di ogni distacco
di Marina Corradi
2.414 ragazzi, dalle elementari al liceo, da tutta Italia, hanno raccontato i loro nonni
«Avevi delle mani bellissime, sai, a volte mi sembra ancora di vederle mentre stringono la stoffa dei pantaloni del pigiama che indossi. Ricordo anche quello; come ricordo la tua tuta grigia e pesante e tutte le volte in cui papà ti ha nascosto le pastiglie nei fagiolini, pur di fartele prendere. Ti vedo sulla poltrona, seduta accanto al nonno, e poi sul letto, mentre Loredana ti cambia. Ti sento cantare i ritornelli che avevi imparato da bambina.. ».
È l’incipit del tema di una studentessa delle superiori di Udine, Angelica Ippolito, che racconta la nonna scomparsa. Angelica è fra i vincitori del concorso “Io e i nonni”, indetto nelle scuole italiane dall’associazione “Nonni 2.0” e dal giornale 'Tempi'. Presidente della giuria Davide Rondoni, la premiazione avviene in Senato. 2.414 ragazzi, dalle elementari al liceo, da tutta Italia, hanno raccontato i loro nonni. Un singolare spaccato del Paese ne emerge: un’Italia di affetti forti, in cui magari, come spesso succede, i genitori sono divisi, ma la casa dei nonni resta un approdo fermo e sicuro.
Una porta sempre aperta, una tavola apparecchiata con cura, cose buone da mangiare. Soprattutto, qualcuno che ha tempo e voglia di starti ad ascoltare. Un’Italia in cui già le etnie più diverse di intrecciano, e magari, come racconta una bambina, una nonna è polacca e un nonno indiano: eppure quando arrivano i figli dei propri figli lo schema tradizionale sembra ricomporsi, non poi tanto diverso da quello delle nostre città e campagne. La domenica, si va dai nonni. Tutte le nonne, pare, sono bravissime a cucinare.
Tutti i nonni, sembra, sanno riparare i giocattoli rotti. Un momento di pace, di dolce rallentamento del tempo, alla fine della settimana.
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Avvenire 4 giugno 2019
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