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sabato 22 giugno 2019

Cazzuola e pennello, cinquanta bancari restaurano la scuola “Così si fa gruppo”


Cazzuola e pennello, cinquanta bancari restaurano la scuola “Così si fa gruppo”
Il primo volontariato aziendale in Piemonte va in scena alla Tommaseo di via dei Mille a Torino


Per un giorno addio moduli, bonifici, niente investimenti né estratti conto. Cinquanta bancari piemontesi e lombardi hanno lasciato la scrivania e si sono trasformati in imbianchini, carpentieri, addetti alle pulizie e alla cura del verde: con l’aiuto di professionisti, ieri hanno realizzato piccoli lavori di manutenzione in tre sedi dell’istituto comprensivo Tommaseo a Torino, bisognose di sistemazioni. Tutti pagati come in regolare servizio, dalle 9 alle 16.30.

È uno dei primi casi in Piemonte di volontariato aziendale, cioè un’attività socialmente utile nell’orario di lavoro: l’ha promossa Banca Sella per 100 dei suoi 2.500 dipendenti, che hanno aderito volontariamente. A mettere in collegamento l’azienda con le scuole, la fondazione Mission Bambini che si occupa di sostegno per l’infanzia e da tempo cura il progetto #Scuolediclasse in altre parti d’Italia: dopo aver individuato due scuole - la seconda è a Palermo, dove hanno lavorato altri 50 dipendenti - ha stilato un preventivo degli interventi, di circa 7mila euro.

Alcuni genitori di allievi ed ex allievi hanno poi proposto la ditta che ha supervisionato i lavori e procurato i materiali, assegnando un compito a ciascuno dei 50 bancari: scartavetrare, tinteggiare, spazzare. Ed ecco allora che l’amministratore delegato si trova a riparare maniglie accanto al consulente, il venditore taglia la siepe con l’impiegato allo sportello. «Ho aggiustato tre sciacquoni rotti e riparato due perdite – racconta soddisfatto Alessandro Monasterolo, che di solito gestisce clienti di alto profilo per Banca Sella – ho rispolverato abilità manuali che avevo dimenticato». «Con la manualità sono sempre stato negato ma mi sono messo in gioco lo stesso», dice il consulente Nazzario Gualano, pennello e vaso di vernice in mano. E la banca che ci guadagna? «È come svolgere un’attività di team building, serve a sviluppare le abilità di lavoro in gruppo, ma ha una ricaduta sociale. Nessuno di noi ha figli che vanno a scuola qui – spiega nel mezzo dei lavori l’amministratore delegato Claudio Musiari – Ci eravamo già impegnati in altre attività benefiche ma cercavamo un lavoro concreto che avesse una ricaduta visibile, anche per gli stessi dipendenti».

Per la scuola è stata una boccata di ossigeno: «Abbiamo una forte rete di genitori ed è già capitato che si organizzassero per tinteggiare le pareti – spiega la dirigente Lorenza Patriarca - ogni anno organizziamo un autofinanziamento per comprare parte del materiale scolastico, per esempio le lavagne, oppure aiutare le famiglie che da sole non riuscirebbero a coprire i costi delle gite di istruzione. Nell’ultima edizione abbiamo raccolto 20mila euro. È chiaro che non bastano per tutto: per i bagni ostruiti ci deve pensare il Comune». Intanto qualcosa è stato migliorato. Da oggi riprende la routine di prima: gli impiegati torneranno alle loro scrivanie. I bambini, invece, rivedranno i banchi a settembre. Troveranno una scuola più bella, senza sapere il perché.

(fonte: La Stampa, articolo di Pierfrancesco Carcassi 21/06/2019)