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domenica 7 dicembre 2014

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 2/2014-2015 (B) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea' 
Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)


Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino


Vangelo: 
Mc 1,1-8





"Principio della Buona Notizia di Gesù Messia, Figlio di Dio".
L'evangelista Marco, all'inizio della sua opera, proclama che il gioioso annuncio di cui parla nella sua opera è l'Uomo Gesù Messia, Figlio di Dio. Nel titolo stesso egli specifica che questo sta come 'Principio/Archè', che non ha solamente il significato di inizio, di origine delle prime parole del suo Vangelo, bensì che in queste prime parole è contenuta la sintesi del messaggio che egli svilupperà nei capitoli seguenti. Come nel libro della Genesi (1,1), nel Vangelo di Luca (1,2) e in quello di Giovanni (1,1), anche nel Vangelo di Marco si comincia dal 'Principio' (Bereshit), cioè 'a fondamento' della fede, come fonte della conoscenza del Signore Gesù per la nostra vita di cristiani.
La "Notizia Gioiosa" è lo stesso "Gesù Messia, Figlio di Dio" e la sua opera di salvezza per l'uomo e per l'umanità intera. La signoria di Dio nel mondo è stabilita in Gesù, nella sua persona, nel suo messaggio e nella sua attività.
Il Battista, il precursore, "il più grande tra i nati di donna"(Lc 7,28), è presentato come un uomo inserito perfettamente nella tradizione profetica veterotestamentaria, quasi come un asociale, non integrato nella società del suo tempo, che vive nel deserto e si alimenta del cibo di cui si nutrono i nomadi che lo abitano: un uomo semplice, sobrio e forte della forza che gli viene dall'ascolto del suo Signore. Ma non è lui l'atteso, non è lui lo sposo che possiede l'autorità di 'sciogliere il legaccio dei sandali' (come prevedeva la legge del Levirato); non è lui il Logos/Parola. Giovanni è solo:
"Qol qorè bemidbar - Voce che grida nel deserto" (Is 40,3), egli è suono, eco, non Parola; egli è "l'amico dello sposo che lo ascolta e gioisce di gioia per la voce dello sposo"(Gv 3,29).
Il suo battesimo è solo "un battesimo di conversione (metànoia) per la remissione dei peccati", un cambiamento di mentalità che ci prepara all'incontro con Colui che farà di noi veri figli del Padre divenendo così fratelli suoi nell'immersione della nostra esistenza nella sua stessa Vita Divina.