possono tenere in catene i poveri
di Luigino Bruni
“Finché la salvezza non è venuta, per noi oggi come per Israele nel tempo di Mosè, l’attesa della salvezza può essere soltanto un universale continuo aggravamento delle tensioni e delle sofferenze. L’annuncio della salvezza, spezzando l’equilibrio mondano, fa emergere solo brutali rapporti di forza” (Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia).
"Ogni generazione dovrebbe rileggere l’Esodo per scoprire e guardare in faccia i propri faraoni e le proprie schiavitù, agognare le liberazioni, riconoscere le piaghe del proprio tempo, abbandonare le terre degli imperi e muovere verso nuove terre di fraternità e di giustizia. Nei veri cammini di liberazione arriva puntuale il momento delle ‘piaghe d’Egitto’, che sono i grandi segni dei tempi nelle stagioni degli imperi, che i faraoni non riescono a interpretare perché il loro ‘cuore’ è pietrificato.
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Gli imperi del passato erano evidenti, si imponevano stagliati sull’orizzonte di tutti. I nostri imperi sono sempre più invisibili, e riescono a presentarsi come regni buoni e generosi, dove i poveri saranno liberati da loro. Molta parte della libertà e della giustizia del nostro tempo passa dalla nostra capacità spirituale ed etica di vedere e chiamare i nostri imperi per nome, riconoscere le piaghe, e fuggire da essi. Ma mentre resistiamo, cerchiamo di non morire e speriamo nella liberazione, non dimentichiamo mai che dietro alle tante sordità spirituali e le mancate liberazioni che vediamo attorno a noi si possono nascondere grandi dolori, quelli prodotti dai nostri imperi visibili e invisibili. Ridurre le sofferenze dei popoli, allentare e spezzare le catene che li costringono ai lavori forzati, può consentire a tanti poveri di ascoltare finalmente i profeti, e prendere insieme la via del mare."
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Le piaghe degli imperi invisibili di Luigino Bruni