Tonio Dell'Olio
Il potere dei segni di Francesco
PUBBLICATO IN MOSAICO DEI GIORNI IL 29 APRILE 2025
Il pontificato di Francesco non ha comunicato solo con le parole ma soprattutto con i gesti. Gesti che hanno valore di segni e che, per questo, sopravvivono al respiro interrotto di chi li ha posti in atto.
Nel primo incontro (27 giugno 2013) che ebbi con lui da papa (lo avevo incontrato precedentemente come Arcivescovo di Buenos Aires), mi confidò il progetto della visita a Lampedusa che avrebbe reso nota solo qualche giorno dopo. Disse: “Andando a Lampedusa vorrei non pronunciare discorsi ma solo abbracciare le persone migranti (profugos) perché i segni sono più eloquenti delle parole”. Io ribattei con l’affermazione di don Tonino Bello: “Di fronte a chi ostenta i segni del potere, noi dobbiamo mostrare il potere dei segni” e Papa Francesco si aprì in un sorriso grande ribadendo: “E’ proprio così”. Del Pontificato di Francesco manca una raccolta/analisi dei segni che ha posto e ci ha lasciati.
Ciascuno fa bene a frugare nelle parole delle Encicliche e dei discorsi, degli Angelus e dei messaggi, ma sarebbe molto fecondo per tutti riuscire a mettere in fila la preghiera sulla piazza vuota del 27 marzo 2020 e il bacio ai piedi dei leader contendenti del Sud Sudan, la Via crucis con i detenuti e la visita all’ambasciata russa presso la Santa Sede all’indomani dell’inizio della guerra in Ucraina, solo per fare qualche esempio.
Tutti gesti da cui traboccano significati e indicazioni per il futuro.