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venerdì 18 aprile 2025

#GOLGOTA - GIANFRANCO RAVASI

#GOLGOTA
Il breviario di Gianfranco Ravasi


Credo nel Golgota perché li fu celebrato il sacrificio di un giusto, di un debole, di un povero, Quel sacrificio si ripete ogni giorno ed è il vero e unico peccato del mondo: il sacrificio, la sopraffazione, l'umiliazione del povero, del debole, del giusto. Il Golgota raffigura il peccato del mondo.

Entriamo nella Settimana Santa accompagnati dalla voce di un giornalista "laico" per eccellenza, ma ripetutamente desideroso di affacciarsi oltre la frontiera della religione. È Eugenio Scalfari, morto nel 2022 a 98 anni, quasi sempre sulla ribalta della comunicazione. Era il 2010 quando pubblicava un testo dal titolo emblematico, Ragionando con Martini di peccato e di resurrezione, facendo entrare in scena un personaggio altrettanto noto, il cardinal Carlo M.Martini, arcivescovo di Milano che sarebbe morto di li a poco nel 2012, e che poi sarebbe stato sostituito come interlocutore nel discorso religioso da papa Francesco, salito al soglio pontificio nel 2013. Da quel dialogo abbiamo estratto un paragrafo che ha come simbolo il Golgota, in aramaico"cranio" donde in latino Calvario. 
Per Scalfari la croce infissa in quello sperone roccioso gerosolimitano, di pochi metri d'altezza, è la sintesi universale del peccato del mondo quando si macchia di sopraffazione nei confronti del povero, del debole del giusto. E, quindi, un monito contro tutti i prepotenti della storia, famosi o nascosti; è un segno di speranza per tutte le vittime perché quella croce verrà spogliata del cadavere crocifisso e lascerà spazio al Risorto nell'alba di Pasqua. Credenti e agnostici sono, quindi, invitati a fissare lo sguardo e a non strappare via quell'uomo in croce. Scriveva un'altra figura "laica", Natalia Ginzburg: «Non togliete il crocifisso dalle pareti perché è il segno del dolore umano. Il crocifisso fa parte della storia del mondo.

(Fonte: Il Sole 24 - Domenica - 13 aprile 2025)