"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE ANNO C
Facciamo ancora e sempre fatica a comprendere che Gesù, Figlio di Dio e Figlio dell'uomo, non poteva rimanere prigioniero della morte perché è il Kyrios, il Signore della vita. Lo cerchiamo sfiduciati e piangenti nel sepolcro, il luogo del memoriale (mneméion), dove tutti un giorno saremo riuniti, ma esso è vuoto. La vita ha trionfato sulla morte! In se stessa la morte non è un male, lo è invece il nostro modo di concepirla come la fine della vita e di tutto, una vita vissuta solo idolatrando noi stessi. E' ciò che san Paolo definisce: «il pungiglione della morte» (1Cor 15,55). Gesù invece non ha trattenuto per sé la sua vita, ma l'ha spezzata e offerta a tutti, perché tutti potessimo partecipare del suo immenso dono d'amore. Il Signore non è più nel sepolcro perché ha fatto della sua intera vita una totale offerta d'amore al Padre e ai fratelli. Per questa ragione la morte non ha potere su di lui. La resurrezione di Gesù è il sigillo della fedeltà della sua vita al progetto d'amore di Dio, il segno che il Padre ha gradito il modo di vivere del Figlio, che lo ha trovato conforme al suo originario disegno sull'uomo. La tomba, perciò, non può essere la sua dimora definitiva, ma «il letto nuziale dove Gesù si è unito agli uomini comunicando loro il profumo della sua vita» (cit.).