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sabato 18 febbraio 2023

"Un cuore che ascolta - lev shomea" n° 14 - 2022/2023 anno A

"Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino


VII Domenica del Tempo Ordinario (ANNO A)

Vangelo:


L'amore verso tutti - anche verso il nemico - è il cuore della fede cristiana, la prova che siamo realmente figli di Dio, che lo abbiamo conosciuto (1Gv 4,8), che a Lui apparteniamo. Se così non è vuol dire che non possediamo lo Spirito di Dio, che non abbiamo ancora compreso che il Padre ama tutti, perché tutti siamo suoi figli. E' necessario, allora, affermare con forza - oggi più che mai - che non si può odiare e uccidere in nome di Dio, perché chi lo fa commette un doppio crimine: contro Dio e contro l'uomo. Essere al servizio di una divinità che comanda di uccidere è servire il diavolo, anche se durante la lunga storia umana, di Israele prima e della Chiesa in seguito, sono state attribuite a Dio nefandezze e crudeltà di ogni ogni genere. Tutto questo poteva essere tollerato fino alla venuta di Gesù, ma con la sua morte in croce viene liquidata, senza dubbio alcuno, ogni possibile immagine perversa di Dio. Da quel giorno in poi, ogni vita umana stroncata dalla violenza, fosse anche nel nome di un dio, è una sonora bestemmia che offusca e infanga il Suo Santo Nome. Gesù ci comanda di resistere con tutte le nostre forze alla tentazione della vendetta, perché finalmente venga spezzato il cerchio della violenza che genera e moltiplica l'odio, mettendo in atto dinamiche di pace, di riconciliazione e di vita che disinneschino quel mortale meccanismo che impedisce di riconoscere nel volto del nemico un fratello da amare. L'amore che il Signore comanda è totale, incondizionato, in pura perdita, perché l'amore o è gratuito o non è. L'amore che attende di essere ricambiato, l'amore "meritato", ha purtroppo un altro nome: meretricio, prostituzione, un sentimento interessato solo a ciò che gli altri possono darmi in cambio. E' vivere l'Agape, l'amore a perdere, che fa di noi dei veri figli di Dio, «perfetti come è perfetto il Padre nostro del cielo», figli totalmente conformi a Lui, ad immagine del Suo Figlio Gesù.