Riccardo, l’ex primario ora pediatra di strada: «Ambulatorio per i poveri»
L’impegno di Riccardo Longhi, primario in pensione, nel Milanese. Si è messo a disposizione per visitare i bambini degli stranieri. L’associazione La Rotonda e la campagna per l’assistenza sanitaria
Un ambulatorio pediatrico a Baranzate significa lavorare nel comune più multietnico d’Italia. L’ho fatto per cinque anni: venti, venticinque visite ogni mercoledì pomeriggio, cercando di aiutare le famiglie accompagnandole in un percorso di crescita. Le donne, le mamme, vivono in casa, non conoscono l’italiano, non posseggono mezzi di trasporto. Stiamo parlando di persone disarmate di fronte a molti problemi». Riccardo Longhi ha 76 anni. Primario di pediatria all’ospedale Sant’Anna di Como, pediatra “di strada” a Baranzate una volta raggiunta la pensione: «Una esperienza bella e istruttiva, a contatto con persone generose, gentilissime, alle prese con una autentica povertà materiale e culturale. Mi hanno aiutato a capire mentalità diverse dalla mia e a crescere anche come medico».
La decisione di istituire l’ambulatorio è nata su iniziativa dell’Associazione La Rotonda con la collaborazione di Fondazione Bracco e del Centro Diagnostico Italiano per colmare un vuoto in termini di assistenza sanitaria. Lo scopo, centrale nell’attività de «La Rotonda», è quello di accogliere e gestire i bisogni di una collettività multietnica per poi fare emergere le risorse di ogni assistito. Una filosofia votata alla concretezza, alla formazione, ad una vera emancipazione. «Nel mio lavoro ho avuto a che fare con patologie dovute ad abitudini alimentari completamente sballate. Più è presente la povertà, peggio si mangia. Le conseguenze sono tipiche: calorie in eccesso, obesità. E poi giovanissimi pazienti troppo coperti, cinque sei magliette una sopra l’altra. Bambini Michelin, per così dire, che non riescono a muoversi adeguatamente. Del resto, stiamo parlando di famiglie che spesso non dispongono di riscaldamento a casa e sono disarmate quando arriva il freddo». Il bilancio dell’ambulatorio tenuto dal dottor Longhi racconta di 443 piccoli pazienti trattati ogni anno (nordafricani, sudamericani, asiatici); di una comunità supportata nell’emergenza ma anche nella comprensione delle norme igienico sanitarie di base.
Una esperienza chiusa alla fine del 2022. Per due motivi. Da una parte l’invito all’emancipazione rivolto alla popolazione locale, coerente con le filosofia de La Rotonda; dall’altra la volontà di dare una scossa alle istituzioni a partire dalla Regione Lombardia perché facciano, in buona sostanza, il proprio dovere: «Il fatto è - spiega Longhi - che siamo di fronte ad una crisi totale della pediatria di famiglia sull’intero territorio italiano. Figuriamoci in un contesto come quello di Baranzate». Cosa abbiamo dunque? Una storia virtuosa che attende un seguito. Le famiglie non dispongono più di assistenza, sono costrette a rivolgersi al pronto soccorso dell’ospedale Sacco, che non ha una struttura pediatrica.
Chiusura «provocatoria»
Siamo di fronte ad un dilemma tipico. Che fare? Continuare a provvedere autarchicamente, vista l’emergenza permanente, oppure creare un caso che spinga le istituzioni a farsi carico di responsabilità che le spettano: «L’assistenza pediatrica deve essere garantita ad ogni minore, lo dice la Costituzione - spiega Samantha Lentini, presidente de La Rotonda - e questo riguarda anche chi non dispone di permesso di soggiorno e può richiedere alla Asl uno specifico certificato come straniero temporaneamente presente, spesso negato. Mancano i medici, certo, ma manca anche una cultura sui nostri strumenti normativi. Baranzate conta un numero elevatissimo di bambini e pare assurdo che non sia possibile garantire una assistenza sanitaria ai residenti. Per noi è fondamentale agire localmente e pensare globalmente. Per questo abbiamo deciso di chiudere l’ambulatorio. Può sembrare una provocazione ma stiamo parlando di diritti fondamentali negati e serve una risposta adeguata. Come dovrebbe accadere in ogni Paese evoluto». Il dottor Longhi attende, con scarso ottimismo: «Tornerei volentieri a Baranzate ma condivido la scelta de La Rotonda. Anche se siamo ancora lontani, purtroppo, dalla risoluzione del problema».
(fonte: Corriere della Sera - Buone Notizie, articolo di Giorgio Terruzzi 17/02/2023)