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venerdì 3 dicembre 2021

“Le religioni al servizio della fraternità umana nel mondo”. Riflessione sul cap. 8 di Fratelli tutti a cura di Egidio Palumbo, Carmelitano (VIDEO INTEGRALE)

“Le religioni al servizio 
della fraternità umana nel mondo”
Riflessione sul cap. 8 di Fratelli tutti
a cura di Egidio Palumbo,
Carmelitano
(VIDEO INTEGRALE)

Ottavo e ultimo dei Mercoledì della Spiritualità 2021
tenuto il 1 dicembre 2021
e promossi dalla
Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto


RISCOPRIRE IL VOLTO FRATERNO DELL’UMANITÀ
A confronto con la “Fratelli tutti” di papa Francesco




1. Un proposta impegnativa
   Il capitolo VIII è l’ultimo dell’enciclica sociale Fratelli tutti. È un capitolo breve, composto da quindici paragrafi (nn. 271-285), a cui ne seguono due brevi (nn. 286-287) come conclusione a tutta l’enciclica. La brevità non sminuisce la portata impegnativa di questo capitolo, dove tutte le religioni, compresa quella cristiana, sono chiamate a dialogare e a collaborare tra di loro – nel segno dell’amicizia, della pace, dell’armonia e della condivisione di valori e di esperienze morali e spirituali «in uno spirito di verità e di amore» (n. 271) – per offrire il loro contributo alla costruzione della fraternità e alla difesa della giustizia nella società.
...
      Nella lettura del cap. VIII – testo molto chiaro e comprensibile – mi limito soltanto a qualche sottolineatura e annotazione.

    a) Per impegnarci in tale dialogo amicale e operativo, il papa pone un presupposto: il «riconoscimento del valore di ogni persona umana come creatura chiama ad essere figlio o figlia di Dio» (n. 271).

   b) Poi indica il fondamento ultimo, trascendente della fraternità universale (nn. 272-279): il riconoscimento della paternità universale di Dio (n. 272) che ci rende figli e figlie e perciò fratelli e sorelle tra di noi. È su questa esperienza fondante che si radica la fraternità universale. Ogni religione, compresa la cristiana, questo lo sa: l’amico o l’amica lo/la si sceglie, il fratello o la sorella lo/la si riceve e accoglie come dono dei genitori e di Dio Padre/Madre fonte e amante della vita.

    Le religioni, che sono vie di fede, di sapienza e di spiritualità, sono chiamate ad entrare nel dibattito pubblico – con mitezza e non con arroganza – per aiutare a riflettere che la ricerca di Dio Padre di tutti è un bene per le nostre società, perché ci libera dall’idolatria di noi stessi, dalla ricerca dei propri interessi di parte, dalla eccentricità del proprio ego, e ci aiuta a riscoprire il vero Senso della vita. Ecco: le religioni – compresa la religione cristiana che professa Gesù nostro Signore e nostro Fratello (cf. Eb 2,11-14; Mt 23,8; 12,46-50) – sono chiamate a far riscoprire agli uomini e alle donne del nostro tempo il Senso vero della vita, e di conseguenza il valore profetico della fraternità e della sororità.

    c) Infine papa Francesco nei nn. 281-284 tocca un “nervo scoperto” presente in tutte le religioni: la violenza, la tentazione di ricorrere alla “guerra santa” in nome di Dio, o meglio strumentalizzando – perché di questo si tratta – il nome santo di Dio; ma anche la violenza verbale che demonizza l’altro, che lo ferisce moralmente, che lo emargina. Nella storia tutto questo è successo: basti pensare alle guerre di religione, anche all’interno di una stessa confessione di fede, come quella cristiana, avvenute nel nostro occidente che si vanta di avere “radici” cristiane…

     E tutto questo accade anche oggi: c’è il fondamentalismo islamico di matrice terroristica, che non ha nulla a che vedere con l’islam religioso, pacifico e tollerante; c’è anche il fondamentalismo cristiano, intollerante, aggressivo e violento, tradizionalista (ma non ancorato alla vera Tradizione della Chiesa) e nostalgico del passato, incapace di dialogo e sempre propenso a strumentalizzare, per fini di consenso sociale e politico, i simboli cristiani del presepe e del crocifisso, senza però comprenderne il senso cristiano ed evangelico autentico, poiché non gli interessa confessare Cristo Gesù così come ce lo narrano i Vangeli (che sono normativi per la fede cristiana), gli interessa solo mostrarsi fanatico della tradizione cattolica, manipolata a proprio uso e consumo…

     Le religioni sono chiamate a prendere le distanze da tutto questo. Confessare nel culto e nella vita Dio Padre di tutti – e per i cristiani il Dio Padre di Gesù Cristo e nostro Padre – significa, rispettare la sacralità della vita, la dignità e la libertà degli altri e impegnarsi con amore per il benessere di tutti e per la pace tra i popoli (cf. n. 283), affinché si possa edificare una vera fraternità universale e un’autentica amicizia sociale.

GUARDA IL VIDEO
Intervento integrale


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