"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Come per i due precedenti annunci della passione (8,31-38 ; 9, 30-32), anche per il terzo si palesa l'incomprensione da parte dei discepoli, la loro testardaggine nel non voler accogliere la proposta di vita dal Maestro. Più Gesù manifesta il volto di un Messia fatto d'amore disinteressato, di servizio fraterno e dono pieno della vita, più scopriamo i discepoli impegnati in accese dispute per la lotta al potere, i loro progetti di primeggiare, gli onori da ricevere. L'evangelista così ci presenta due di loro, Giacomo e Giovanni, nel loro maldestro tentativo di piegare Gesù ai loro desideri, alle loro brame di potere. I due vanno dietro Gesù, ma in realtà non lo seguono, non gli si accostano per imparare da lui ma, come Pietro, gli si pongono davanti quasi a volerne prendere il posto alla guida della Chiesa. Anche stavolta Gesù stronca sul nascere ogni tentativo in questo senso: il cammino che condurrà il Maestro a Gerusalemme, continuerà ad essere sotto il segno del servizio umile agli uomini fino alla consegna totale di sé, fino alla croce. Avere parte con lui significa partecipare del suo stesso destino, essere immersi nelle stesse acque amare della morte, essere «innestati a somiglianza di Lui nella sua morte» (Rm 6,5). Per il discepolo non c'è altra via alla Gloria se non seguire il Maestro fino in fondo, fino alla croce, per amore. Nella Chiesa, perciò, la gerarchia dei valori, i criteri che dominano la vita vanno obbligatoriamente rovesciati. Il primato assoluto non è dato al potere, che è sempre e comunque diabolico, ma al servizio fraterno nell'amore gratuito. Come per Gesù, così per il discepolo.