Tonio Dell'Olio
La cittadinanza che offende
Pubblicato in Mosaico dei Giorni il 29 ottobre 2021
"Più che un insulto alla memoria di mio fratello, questa cittadinanza è una ferita sulle carni del popolo brasiliano, soprattutto dei deboli, degli emarginati, degli esclusi, che lui tanto amava. Per questo non posso fare finta di niente".
A parlare così è Fabiano, fratello di Ezechiele (Lele) Ramin, giovane missionario veneto ucciso nella fazenda Catuva (Rondônia) in Brasile, il 24 luglio 1985. Quel giorno Lele era lì per difendere i contadini dalla violenza dei latifondisti che volevano estendere i propri artigli anche su quelle terre. Ora il fratello e la famiglia di padre Ramin, insieme alla Diocesi e a tantissima parte dell'opinione pubblica, prendono posizione contro la decisione incomprensibile del comune di Anguillara Veneta (Padova) di concedere la cittadinanza onoraria al presidente brasiliano Jair Bolsonaro i cui avi partirono proprio da questa cittadina verso il Brasile. In tutti i conflitti per la terra, nella questione amazzonica e nella diffusione pandemica, Bolsonaro ha scelto di stare dalla parte sbagliata difendendo i proprietari terrieri, le multinazionali che spogliano la foresta e negano l'efficacia dei vaccini. Le politiche di Bolsonaro hanno causato sofferenze e morte e non so nemmeno se anche in questo caso si può azzardare di dire che "ha fatto anche cose buone". Io, francamente, non le vedo o nessuno me ne ha parlato.
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Padre Lele Ramin
Fare memoria di padre Ramin ... è lasciare entrare nella nostra vita la testimonianza profetica di un giovane missionario che è ricordato dai poveri della zona rurale dell’interno della Rondonia come un prete allegro e semplice, a cui piaceva visitare le famiglie e rimanere tra la gente, che andava incontro alle persone con un gesto molto caratteristico: al vederli, apriva le braccia col palmo della mano in alto e andava loro incontro per abbracciarli.
Promuovere la giustizia e la pace non è facile. Molte sono le vittime che hanno perso la vita solo perché chiedono più giustizia e più pace, in Brasile. È il caso di P. Ezechiele Ramin, comboniano assassinato da “pistoleri” al servizio dei grandi latifondisti a Cacoal, Rondonia, nel 1985. Il missionario aveva solo 32 anni e fu ucciso perché difendeva il diritto dei piccoli agricoltori e degli indios Suruí alla loro terra. ...
Per saperne di più leggi: Servo di Dio Ezechiele Ramin Sacerdote comboniano, martire
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"Imbarazzo" per la cittadinanza a Bolsonaro è stato espresso dalla Diocesi di Padova, guidata dal vescovo Claudio Cipolla, che ha chiesto al presidente brasiliano "di farsi promotore di politiche rispettose della giustizia, della salute, dell'ambiente, soprattutto per sostenere i poveri". Decisa la posizione della Chiesa padovana. "Non possiamo dimenticare le testimonianze pagate con il sangue del comboniano padre Ezechiele Ramin e del fidei donum don Ruggero Ruvoletto, e neppure la sintonia e l’amicizia personale ed ecclesiale con i vescovi del Brasile che proprio in questi mesi stanno denunciando a gran voce violenze, soprusi, strumentalizzazioni della religione, devastazione ambientali e l’aggravarsi di una grave crisi sanitaria, economica, etica, sociale e politica, intensificata dalla pandemia'".
Più duri missionari della Consolata a Boa Vista (Roraima), in Brasile, che hanno denunciato le sue "scelte devastanti" su Amazzonia e Covid e hanno definito la concessione della cittadinanza "un fatto simbolico molto grave". Critici anche diversi gruppi politici e attivisti per la difesa del clima e dei diritti umani: Articolo Uno di Padova ha definito la scelta di Anguillara un "obbrobrio istituzionale", il Partito Democratico veneto ha definito "inaccettabile" oltre che "un'onta" per i cittadini di Anguillara e del Veneto che si onori un personaggio "razzista, negazionista e misogino". Per l'associazione Incontro tra i Popoli si tratta di una "vergogna per l'Italia". (fonte: Il Resto del Carlino Padova 28/10/2021)
... Un’onorificenza che stride con la figura controversa di Bolsonaro. Proprio in questi giorni il Senato brasiliano ha votato a favore della sua incriminazione per crimini contro l'umanità, per la cattiva gestione della pandemia nel Paese sudamericano che ha portata a 600 mila morti. ... I frati della basilica di Sant’Antonio non commentano le voci di una visita di Bolsonaro, mentre i missionari italiani che operano in Brasile si dicono amareggiati e si chiedono, testualmente, “Come un uomo che da anni, e continuamente, disonora il suo Paese possa ricevere onore in Italia”... (fonte: TGR Veneto)