La coscienza come baluardo di umanità
di p. Vittorio Rocca
Relazione tenuta il 9 agosto 2019
nell'ambito della
Settimana di Spiritualità
RESTIAMO UMANI
promossa dalla
Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto
"... E' fondamentale il ruolo della coscienza morale, che potremmo definire la legge delle leggi: è infatti la coscienza che giudica la persona. Il concilio Vaticano II ha ribadito solennemnente questo principio :
"L'uomo ha in realtà una legge scritta da Dio nel suo cuore: obbedire ad essa è la dignità stessa dell'uomo e secondo questa egli verrà giudicato" (Gaudium et spes, n. 16)
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Icona di come il cristiano è chiamato a vivere la responsabilità è la parabola del buon samaritano (Lc 10, 25-37) ... "Passò anche un samaritano, lo vide, ne ebbe compassione" . La differenza tra il samaritano e gli altri due è la compassione. La compassione è percezione che in quell'uomo che soffre è presente Dio, il Valore Assoluto. Quel Dio che si è chiamati ad amare "con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutto me stesso". Questa è la compassione che proviene dal cuore, non nel senso dei sentimenti, delle emozioni, ma dal fatto che l'uomo si trova di fronte a Dio: nel cuore risuona la "voce della coscienza", la "parola interpellante di Dio". Essa lo interpella a quella forma di amore nella quale amare Dio con tutto il cuore significa nella storia amare l'altro.
Tutto questo si può tradurre con il termine responsabilità, dal latino respondere, nelle due accezioni: responsabilità davanti a Dio, nel rendere conto a Dio, dove si gioca anche la propria salvezza e responsabilità nei confronti dell'altro, che è prossimo nel senso che è qui dove si può e si deve raggiungere.
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A conclusione di queste riflessioni, propongo tre brevi esemplificazioni di "coscienze" sante, responsabili, capaci di discernimento: Tommaso Moro, John Henry Newman e don Pino Puglisi
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