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venerdì 27 settembre 2019

Lettera aperta a Greta Thunberg di Mao Valpiana


Lettera aperta a Greta Thunberg
di Mao Valpiana 


Dear Greta,

come milioni di altri adulti, mi sento interprellato dalle tue parole.

La tua azione ha rimesso in moto un vasto movimento che attendeva l'occasione per mettere sotto i riflettori il tema dei cambiamenti climatici, decisivo per il futuro dell'umanità. Il tuo sciopero Fridays for Future è stato la scintilla che ha acceso il fuoco; la legna da ardere era già pronta.

Siamo in tantissimi a chiederci, e non da oggi, cosa possiamo fare. Ora sappiamo che non c'è più tempo e che forse finalmente ci sono le condizioni per cambiare.

Il lavoro per invertire direzione è enorme. Ma non ci sono alternative.

Per questo non serve dividerci in un noi (i presunti buoni) e un loro (i presunti cattivi), da una parte le vittime (innocenti?) dall'altra i carnefici (malvagi?). Siamo tutti coinvolti.

Le cose, purtroppo, sono molto più complesse.

Come quando c'è un incendio da spegnere: non serve cercare e incolpare il piromane, bisogna darsi da fare a buttare acqua e soffocare i nuovi focolai. Una volta messo in sicurezza il clima, potremo anche dedicarci ad individuare le cause profonde della malattia, che risalgono all'inizio dell'industrializzazione avvenuta nei secoli scorsi, ad un tipo di sviluppo energivero, basato su fonti energetiche fossili, che non era sostenibile. Molti l'avevano già capito e denunciato. Il Mahatma Gandhi, già nel 1909, più di un secolo fa, nel suo libro Hind Swaraj, Vi spiego i mali della civiltà moderna, condannava lo sviluppo lineare e metteva la globalizzazione sul banco degli imputati.

C'è quindi bisogno di una grande alleanza per affrontare l'emergenza, governi e cittadini insieme. I politici al potere, nelle democrazie, sono lo specchio di quel che esprime la società. Siamo tutti inquinatori e siamo tutti inquinati. Ognuno, dunque, deve fare la propria parte, e saranno poi le grandi scelte della politica (sul commercio mondiale, le fonti energetiche, i sistemi di trasporto, lo sviluppo delle città, le migrazioni, l'agricoltura, l'industria, ecc.) a determinare il prossimo futuro.

C'è bisogno di un'alleanza tra scienziati, politici, industriali, agricoltori, cittadini, lavoratori, studenti, consumatori, tutti insieme, perchè tutti siamo partecipi al problema e quindi alla soluzione. Soprattutto noi, che viviamo nella parte ricca del globo, abbiamo una responsabilità in più rispetto alle masse dei poveri che faticano ad accedere ai servizi essenziali.

Non sarà facile accordarsi sulle soluzioni, perchè prevalgono gli egoismi di parte. Ognuno vorrebbe che a cambiare per primi fossero gli altri. Le calotte polari, che hanno iniziato a sciogliersi, non attenderanno però i nostri tempi politici. Dobbiamo trovare il modo, subito, per rendere possibile la necessaria conversione ecologica. Dobbiamo dimostrare con i fatti che consumando meno (meno Co2 in atmosfera) si vive meglio e si è più felici. Solo quando un comportamento virtuoso diventerà conveniente, allora potrà trasformarsi in scelta politica valida per tutti, su larga scala.

In questa battaglia planetaria non ci saranno vinti e vincitori. O tutti vinti, o tutti vincitori. Ci vuole per questo un patto intergenerazionale. Se coloro che nasceranno domani hanno diritto ad un ambiente sano e vivibile, chi oggi è già nato e consuma risorse non rinnovabili, deve potersi riscattare. La grande campagna necessaria, prioritaria su tutto, è quella per il disarmo climatico.

Come umanità, con tutte le generazioni viventi, dobbiamo dichiarare pace con la natura e riporre le armi che hanno ferito il pianeta. 

Il vasto movimento che si è messo in moto, di cui tu sei una delle espressioni, può fare molto: una campagna contro le spese militari globali, per dirottare gli investimenti dal settore militare e bellico verso quello della ricerca per le nuove fonti energetiche e per la pulizia degli oceani inquinati dalle plastiche. È l'unica guerra che vale la pena di combattere. Le altre vanno disertate.

L'opinione pubblica è una potenza che può spostare gli equilibri politici. La più grande forza che abbiamo è quella della nonviolenza. Siamo tutti sulla stessa barca che si chiama pianeta Terra.

Grazie per quello che fai.

Mao Valpiana
presidente del Movimento Nonviolento

Italy

L'indignazione di Greta Thinberg all'Onu: Ci state rubando il futuro, come osate? Ma il mondo si sta svegliando e il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no. 
"Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote, e io sono tra i più fortunati. Le persone stanno soffrendo, stanno morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E tutto ciò di cui parlate sono soldi e favole di eterna crescita economica? Come osate?"
Guarda il video del discorso integrale


Il mio messaggio è che vi terremo d’occhio. È tutto sbagliato. Non dovrei essere qui, dovrei essere a scuola, dall’altro lato dell’Oceano. Eppure venite a chiedere la speranza a noi giovani? Come osate?.

Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote, e io sono tra i più fortunati. Le persone stanno soffrendo, stanno morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E tutto ciò di cui parlate sono soldi e favole di eterna crescita economica? Come osate?

Per oltre 30 anni la scienza è stata chiarissima. Come osate continuare guardare dall'altra parte e venire qui dicendo che state facendo abbastanza quando le politiche e le soluzioni necessarie non si vedono ancora.

Dite di ascoltarci e che capite la nostra fretta. Ma non importa quanto io sia triste o arrabbiata, non voglio crederci. Perché se aveste davvero compreso la situazione e continuaste comunque a sbagliare, allora voi sareste il Male. E io non voglio crederlo.

L'idea comune di dimezzare le emissioni in 10 anni ci offre solo il 50% di possibilità di rimanere sotto ai 1.5°C gradi e il rischio di innescare un'irreversibile catena di eventi che andranno oltre il controllo umano.

Il 50% potrà essere accettabile per voi. Ma quei numeri non includono i punti di non ritorno, la maggior parte dei circoli di reazione, il riscaldamento aggiuntivo nascosto dall'inquinamento atmosferico tossico o aspetti di equità e giustizia climatica.

Dunque il 50% di rischio non è semplicemente accettabile per noi, coloro che dovranno viverne le conseguenze.

Per avere il 67% di probabilità di rimanere sotto all'aumento di temperatura di 1.5°C - che secondo l'IPCC [Intergovernmental Panel on Climate Change, n.d.r] è il miglior scenario possibile - il mondo aveva 420 gigatoni di CO2 da emettere entro il 1 gennaio 2018. Oggi quella stima è stata ridotta a 350 gigatoni.

Come osate fingere che ciò si possa risolvere come al solito con alcune soluzione tecniche? Con gli attuali livelli di emissioni la restante riserva di CO2 sarà interamente perduta nel giro di otto anni e mezzo.

Oggi non ci saranno soluzioni o piani in linea con queste stime, perché questi numeri sono troppo scomodi. E voi non siete ancora abbastanza maturi per dire le cose come stanno.

Ci state deludendo, ma i giovani stanno iniziando a capire il vostro tradimento, gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi, e se sceglierete di fallire non vi perdoneremo mai

Non vi permetteremo di gettare via tutto questo. Proprio qui, proprio ora noi tracciamo la strada. Il mondo si sta svegliando e il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no.

Grazie.


#Fridaysforfuture - Oggi 27settembre 2019 milioni di studenti
sono scesi in piazza in tutto il mondo per l'ambiente!!! -
#ClimateStrike #SchoolStrike4climate
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