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mercoledì 23 gennaio 2019

VIAGGIO APOSTOLICO A PANAMA 23-28 GENNAIO 2019 - Partenza - Incontro con i giornalisti (cronaca, foto, video)


VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO
A PANAMA IN OCCASIONE DELLA
XXXIV GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
23-28 GENNAIO 2019


Il primo viaggio di Francesco nel 2019, che lo porta nuovamente in America Latina, ha una ‘dimensione mariana’, in quanto il motto di questa 34.ma Giornata Mondiale della Gioventù è: “Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola”. 

Alla vigilia della partenza per Panama Papa Francesco si è recato ieri mattina (22/01/2019), come fa sempre prima di ogni viaggio, nella Basilica di Santa Maria Maggiore per soffermarsi in preghiera davanti all'icona della Madonna Salus Populi Romani.


La prima giornata del viaggio apostolico è interamente dedicata al trasferimento aereo.

Papa Francesco è partito questa mattina alla volta di Panama dove, nel 26.mo viaggio internazionale del suo pontificato, parteciperà agli eventi della 34.ma Giornata Mondiale della Gioventù. Sarà il secondo Papa ad andare a Panama dopo san Giovanni Paolo II nel 1983

Prima di raggiungere in auto l'aeroporto di Fiumicino, papa Francesco aveva salutato a Casa Santa Marta 8 giovani profughi di diverse nazioni accolti al Centro Pedro Arrupe di Roma, dove il Centro Astalli dà ospitalità a famiglie e minori stranieri non accompagnati. 


Tagikistan, Egitto, Salvador, Venezuela sono i Paesi di origine dei giovani «che hanno aspettato il Pontefice, per stringergli la mano, parlagli di loro e delle loro famiglie lontane». I ragazzi hanno tra i 13 e i 17 anni, molti di loro frequentano le scuole medie e superiori di Roma, altri stanno facendo le loro prima esperienze lavorative e formative nella ristorazione e nell'industria meccanica. «Un momento coinvolgente in cui papa Francesco - si legge in una nota del Centro Astalli - si è messo generosamente all'ascolto dei ragazzi», viene sottolineato. Non sono mancate le foto da mandare nei Paesi di origine per i loro genitori "che condivideranno la gioia dei loro figli lasciati partire prima di quanto avessero mai immaginato". I ragazzi hanno invitato Papa Francesco a visitare la loro casa, il Centro Pedro Arrupe.

Il Centro Astalli che porta il nome del fondatore del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati ha espresso «profonda gratitudine al Santo Padre, per la sua attenzione costante ai rifugiati, e in particolare oggi per aver donato un ricordo indelebile ai minori stranieri non accompagnati che privati troppo presto della loro infanzia, cercano di trovare la loro strada in Italia, tra non poche difficoltà. Buon viaggio Papa Francesco!».


Scortato da vetture della Security della Santa Sede e della Polizia, il Pontefice, come di consueto a bordo della Ford Fiesta del Vaticano, ha varcato intorno alle 9.20 una delle porte carrabili dello scalo romano per raggiungere subito dopo la piazzola di parcheggio riservata all'aereo Alitalia, un Airbus A330. A salutare il Pontefice, autorità religiose e civili. 


Apparso sorridente, con la borsa nera tenuta nella mano sinistra, si è prima tolto dal capo la papalina, poi, appoggiandosi con la destra sul corrimano della scaletta dell'aereo, papa Francesco ha quindi raggiunto il portellone di ingresso del velivolo. Da qui Bergoglio, come ha già fatto anche in altre occasioni, prima di entrare all'interno, ha salutato le due hostess ed il comandante del volo che lo stavano aspettando, quindi si è voltato verso le autorità presenti per salutarle, sorridendo e con un cenno della mano.

«Serenità e concorde impegno per il bene comune». Di questo ha bisogno l'Italia e questo auspica papa Francesco per il nostro paese, nel momento in cui si accinge a partire per Panama in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, «animato dal vivo desiderio di incontrare i giovani provenienti da tutto il mondo», come spiega nel messaggio indirizzato al presidente Mattarella, e a tutti gli italiani, con un «affettuoso e cordiale saluto». E anche su Twitter papa Francesco ha ricordato la sua partenza per la Giornata Mondiale della Gioventù a Panama.




Sull’aereo che lo porta a Panama, come di consueto dedica un momento di saluto ai giornalisti al seguito. 


Questa volta c’è però un velo di tristezza e commozione sul suo volto, perché «è il primo volo senza Alexei Bukalov», un nostro collega scomparso da poco e «a cui volevo tanto bene», confida Francesco. 

Il Papa esordisce descrivendo Bukalov come «un uomo di un grande umanesimo». Era capace «di fare le sintesi con uno stile dostojevskiano. Ci mancherà», sospira il Papa, che poi prega e fa pregare per il giornalista. 

Il Pontefice, dialogando per qualche istante con un giornalista, afferma che i muri anti-migranti sono una conseguenza della paura fa diventare pazzi. E annuncia che andrà in Giappone a novembre, mentre in Iraq non è possibile al momento per motivi di sicurezza.

Il Vescovo di Roma ringrazia i giornalisti in anticipo «per il lavoro che farete». Poi incontra uno a uno per qualche istante: avvengono tra conversazioni private, scherzi e battute. E anche cose serie, qualche dichiarazione, annuncio e commento.

«Verrò in Giappone a novembre, preparati». Così Francesco risponde a un cronista giapponese che gli chiedeva se aveva in agenda il viaggio nel suo Paese. 

«Vorrei andare in Iraq» ma sono i vescovi locali a sostenere che al momento non è sicuro. Poi ha scherzato aggiungendo che forse gli dicono questo perché non vanno d'accordo tra loro: «Perciò ho mandato il Segretario di Stato».Francesco sottolinea che sta monitorando la situazione perché «io vorrei andare» davvero.

Marco Clementi, inviato del Tg1, gli racconta: «Santo Padre, sono andato a Tjuana, al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, lì il muro che stanno costruendo entra in mare, perché non possano passare nemmeno a nuoto». Risponde il Papa: «È la paura che rende pazzi». E aggiunge: «Sono i muri della paura, come scrive L’Osservatore Romano nell’editoriale di Monda, che è da leggere».

Una giornalista spagnola dona al Papa una vignetta di Makkox che racconta la tragedia del bambino del Mali annegato nel grande naufragio del 2015. Sognava una vita migliore e quando è stato trovato il suo corpo senza vita aveva nella giacchetta, all’interno della tasca la sua pagella cucita con cura: aveva bei voti e sperava che quel documento scolastico gli servisse da lasciapassare per essere accolto bene in Europa. Francesco, vedendo il disegno si fa serio e chiede ai suoi collaboratori di conservarlo perché possa mostrarlo nella conferenza stampa sul volo di ritorno che lo riporterà a Roma lunedì.



L'arrivo all'aeroporto internazionale Tocumen di Panama è previsto alle 16.30 (22.30 in Italia). Da qui, si trasferirà in Nunziatura Apostolica dopo l'accoglienza ufficiale.