XXX Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo
del dialogo tra Cattolici ed Ebrei
17 gennaio 2019
"Approfondire il dialogo attraverso una maggiore conoscenza reciproca, superare i pregiudizi, riscoprire comuni valori biblici e svolgere iniziative comuni per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato e, dove possibile, scambi di visite". Questo lo spirito originario con cui il 30 ottobre del 1989 la Commissione per l'ecumenismo e il dialogo della Cei, indiceva la Giornata ebraico - cristiana alla vigilia dell'inizio della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, a significare "la distinzione che il dialogo con gli ebrei deve avere dall’ecumenismo, ma nello stesso tempo l’attenzione ai valori comuni, soprattutto fondati nella Bibbia, che ebrei e cristiani condividono".
La Giornata è una straordinaria occasione di mutua conoscenza e stima in sintonia con la svolta del Concilio Vaticano II e grazie al contributo che da Paolo VI in poi, i Papi hanno dato al rapporto con "i nostri fratelli prediletti", come li definì Giovanni Paolo II entrando nel Tempio Maggiore di Roma, nel 1986. “La religione ebraica non ci è estrinseca, ma in un certo qual modo è intrinseca alla nostra religione" disse ancora in quell'occasione, concetto ribadito nel 2005 anche da Benedetto XVI nella Sinagoga di Colonia quando affermò che "Chi incontra Cristo incontra l'ebraismo".
Base indispensabile per un autentico sviluppo del dialogo ebraico-cristiano è infatti, come recita anche il Catechismo degli Adulti (CdA), della Conferenza Episcopale italiana, che: "Israele è la radice santa, dalla quale si sviluppa il cristianesimo; è l'olivo buono, sul quale vengono innestati i pagani, perché portino frutto" (Cap.11,5).
(Fonte: VaticanNews)
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Anche per l’anno 2019 la Giornata di approfondimento del dialogo tra cattolici ed ebrei, giunta alla XXX edizione e che si celebra il 17 gennaio, si focalizza su uno dei “rotoli” su cui la Sinagoga riflette soprattutto in occasione di certe festività liturgiche, le “Meghillot” (Libro di Rut, del Cantico dei Cantici, del Qohèleth, delle Lamentazioni, e di Ester): più precisamente, dopo il Libro delle Lamentazioni nel 2018, questa volta tocca al Libro di Ester.
di Mons. Ambrogio Spreafico,
Vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino
e Presidente della Commissione
per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso
Care lettrici, cari lettori, un cordiale shalom a voi!
È bello introdurre questo fascicolo, pubblicato in occasione dell’annuale Giornata di approfondimento del dialogo tra cattolici ed ebrei, condividendo una constatazione positiva: il fatto cioè di poter rilevare come in questi ultimi anni si sia andato rafforzando il comune impegno tra cattolici ed ebrei nel nostro paese. Infatti, l’Ufficio CEI per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso assieme alla Commissione Episcopale ha promosso diversi incontri volti alla mutua conoscenza e soprattutto alla mutua collaborazione. Negli incontri avuti finora sono stati coinvolti soprattutto l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Comunità Ebraica di Roma, nelle persone del Rabbino Capo Riccardo Di Segni, della Presidente della Comunità Ruth Dureghello e della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche, Noemi Di Segni. Negli incontri si è cercato di individuare un campo di collaborazione che potesse aiutare da parte cattolica la conoscenza dell’ebraismo come realtà vivente e non solo come memoria di fatti del passato; si è cercato di porre l’attenzione anche su alcuni documenti della Chiesa cattolica, che hanno certamente segnato profondamente la comprensione dell’ebraismo e la teologia della Chiesa stessa, ma che sono rimasti a volte ristretti a piccoli gruppi. Così negli ultimi incontri si è individuato come luogo di riflessione l’insegnamento della religione cattolica, guardando soprattutto a quanto viene raccontato dell’ebraismo, della sua storia e della sua attualità. La presenza al tavolo di lavoro è stata così allargata ai responsabili CEI del Servizio Nazionale per l’insegnamento della religione cattolica e dell’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università, oltre che ad alcuni altri amici, in rappresentanza sia delle comunità ebraiche sia della chiesa cattolica. Potremmo dire che con questo nuovo orizzonte di impegno ritorna alla mente un interessante documento del 1985 della Pontificia Commissione per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo: “Sussidi per una corretta presentazione degli ebrei nella predicazione e nella catechesi della Chiesa cattolica”. Pur non trattandosi esplicitamente di un testo che fa riferimento all’insegnamento della religione cattolica, il documento contiene utili suggerimenti, anche se, a mio parere, alcuni di essi sono meglio compresi e in un certo senso superati da documenti e pronunciamenti successivi, come ad esempio il testo della Pontificia Commissione Biblica “Il popolo Ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana”. Ormai comunque il cammino è tracciato, quindi non possiamo che continuare sulle linee indicate con chiarezza dal magistero della Chiesa, il quale sottolinea sempre più il legame profondo e unico tra ebrei e cristiani e quindi anche la necessità di una reciproca conoscenza. Che cosa concretamente stiamo facendo in questi incontri? Con questo sussidio per la XXX Giornata di approfondimento del dialogo tra cattolici ed ebrei vogliamo aiutare tutti i fedeli delle nostre comunità a riscoprire il legame con l’ebraismo nella sua storia e nel suo presente in mezzo a noi. Auspichiamo dunque che la giornata del 17 gennaio diventi ovunque un’occasione per questo approfondimento.
In un tempo in cui sembrano acuirsi le contrapposizioni, in cui il dialogo risulta più faticoso e quasi scelta debole, vorremmo invitare tutti a un impegno rinnovato, perché sia contrastata ogni forma di antisemitismo e di razzismo, e nella mutua comprensione possiamo contribuire a rendere possibile la convivenza e l’arricchimento reciproco delle comunità cristiane ed ebraiche. La diversità non sia mai motivo di inimicizia e di rifiuto, ma una ricchezza da condividere. Il dialogo è l’unica possibilità che abbiamo davanti a qualsiasi forma di inimicizia per vivere in pace.
Il dialogo è l’unica via alla pace.
In un tempo in cui sembrano acuirsi le contrapposizioni, in cui il dialogo risulta più faticoso e quasi scelta debole, vorremmo invitare tutti a un impegno rinnovato, perché sia contrastata ogni forma di antisemitismo e di razzismo, e nella mutua comprensione possiamo contribuire a rendere possibile la convivenza e l’arricchimento reciproco delle comunità cristiane ed ebraiche. La diversità non sia mai motivo di inimicizia e di rifiuto, ma una ricchezza da condividere. Il dialogo è l’unica possibilità che abbiamo davanti a qualsiasi forma di inimicizia per vivere in pace.
Il dialogo è l’unica via alla pace.
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“Abbiamo alle spalle diciannove secoli
di antigiudaismo cristiano
di antigiudaismo cristiano
e che pochi decenni di dialogo
sono ben poca cosa al confronto.
sono ben poca cosa al confronto.
Tuttavia in questi ultimi tempi
molte cose sono mutate
molte cose sono mutate
e altre ancora stanno cambiando”.
Papa Francesco
È quanto scrive Papa Francesco nella prefazione del libro “La Bibbia dell’Amicizia. Brani della Torah/Pentateuco commentati da ebrei e cristiani”. Il volume, a cura di Marco Cassuto Morselli e Giulio Michelini (Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo, 2019), uscirà il prossimo 18 gennaio.
Nella sua prefazione il Pontefice sottolinea che “i valori, le tradizioni, le grandi idee che identificano l’Ebraismo e il Cristianesimo devono essere messe al servizio dell’umanità senza mai dimenticare la sacralità e l’autenticità dell’amicizia”.
“Obiettivo comune sarà quello di essere testimoni dell’amore del Padre in tutto il mondo – ribadisce il Papa - la Bibbia ci fa comprendere l’inviolabilità di questi valori, necessaria premessa per un dialogo costruttivo”.
“È di vitale importanza per i cristiani – conclude Francesco nella prefazione - scoprire e promuovere la conoscenza della tradizione ebraica per riuscire a comprendere più autenticamente se stessi. Anche lo studio della Torah è parte di questo fondamentale impegno. Per questo voglio affidare il vostro cammino di ricerca alle parole dell’invocazione che ogni fedele ebreo recita quotidianamente al termine della preghiera dell’amidah: Che ci siano aperte le porte della Torah, della sapienza, dell’intelligenza e della conoscenza, le porte del nutrimento e del sostentamento, le porte della vita, della grazia, dell’amore e della misericordia e del gradimento davanti a Te”.
Leggi il testo integrale:
prefazione di Papa Francesco