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domenica 20 gennaio 2019

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 11/2018-2019 (C) di Santino Coppolino

"Un cuore che ascolta - lev shomea"
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al to popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)

Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino


Vangelo:  Gv 2,1-11



Nel Vangelo di Giovanni, all'inizio del suo ministero pubblico, troviamo Gesù che compie il suo primo "segno" (semeìon) mutando più di 600 litri di acqua in vino ad un banchetto di nozze. Nella S. Scrittura le nozze sono il simbolo per eccellenza della B'rit, l'alleanza tra Dio - lo Sposo - ed il popolo, la sposa.
Se il vino rappresenta la gioia dell'amore sponsale, le sei giare di pietra (vuote e sdraiate - keìmenai = giacenti a terra - inutilizzate e inutilizzabili), alludono alle Tavole di una Torah non ancora compiuta. 
Sappiamo bene, purtroppo, come un matrimonio senza amore si trasforma presto o tardi in un inferno, così come una religione che non pone al primo posto l'amore misericordioso per tutti gli uomini (in ebr. Hesed, traduce sia tenerezza / amore, sia la misericordia), diventa ben presto un tribunale implacabile, dispensatore di sofferenze e di morte. Ma perché dispensare vino e gioia invece di predicare una rigida osservanza della Legge, condita magari con astinenze, digiuni, sacrifici e mortificazioni varie?  <<Quasi certamente Gesù ha cambiato l'acqua nel vino della gioia sapendo bene che i suoi seguaci avrebbero poi abbondantemente trasformato il Vino Bello / Buono del Vangelo nell'acqua della legge>> (cit.). Dio però è sempre scandalosamente diverso da come noi lo immaginiamo, Egli va sempre al di là delle nostre teologie e delle nostre attese. Il dono del Vino Bello, anticipo dell'ora di Gesù (chiara allusione all'Eucaristia, simbolo del dono totale della sua vita) non è solo il primo bensì il principio, il fondamento, la fonte ("fons et culmen", dirà il Concilio) da cui scaturisce, come un ruscello, tutti gli altri segni che il Signore porrà in essere.