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martedì 29 gennaio 2019

Padova, immigrato sfida il gelo per salvare aspirante suicida dal Brenta - Ousmane Cissoko, senegalese, arrivato con un barcone nel 2016, ha ascoltato il cuore, ma in tanti nella rete invece...

Padova, immigrato sfida il gelo 
per salvare aspirante suicida dal Brenta

Ousmane, arrivato con il barcone nel 2016: «Ho ascoltato il cuore. E sono abituato a lottare con il mare»


Ousmane Cissoko

Si è spogliato dei vestiti e, incurante del gelo e dell’acqua con una temperatura prossima allo zero, si è buttato nel Brenta per salvare un uomo in difficoltà. Ousmane Cissoko, 21enne senegalese regolare residente a Torre, che nel 2016 era sbarcato in Sicilia con un barcone partito dalla Libia e che per otto mesi è stato ospite del centro di Bagnoli, lunedì mattina verso le 8 si stava dirigendo in bicicletta a Limena dove lavora come magazziniere, quando ha notato una ragazza sbracciarsi sulla passerella pedonale che collega Padova a Cadoneghe. Nelle acque sottostanti del fiume Brenta si era appena gettato un uomo di 68 anni che aveva deciso di togliersi la vita. Il giovane non ci ha pensato due volte, si è tuffato e con difficoltà ha riportato a riva il padovano ormai in ipotermia.

«Dovevo fare qualcosa»

Poco dopo un carabiniere si è tuffato per aiutarlo, l’anziano è stato preso in consegna dai sanitari del Suem che l’hanno trasportato in pronto soccorso in gravi condizioni. Cissoko è stato fatto sedere in auto, scaldato con una coperta e poco dopo si è recato lavoro. «Mi ha parlato il cuore- racconta- dovevo assolutamente salvare quell’uomo. L’acqua era gelida ma non mi importava. Dovevo fare qualcosa, io lavoro coi pesi, sono abituato a nuotare perché in Senegal sono nato vicino al mare. L’uomo era in centro al fiume, l’ho preso per mano e siamo tornati a riva dove un militare ci ha aiutato a uscire».


(fonte:Corriere del Veneto, articolo di di Andrea Pistore del 28/01/2019)


Il profugo eroe e Barabba

Il mercato della droga in mano agli stranieri è un fatto. La retata di pusher tunisini che rifornivano i ragazzini è un fatto. Il profugo eroe che si è gettato nelle acque gelide del Brenta per salvare un operaio è un fatto. Ora tu apri il sito del Corriere e l’odio te lo aspetti ma per i tunisini che vendevano eroina a prezzi stracciati. E invece no, è per Ousmane, il profugo eroe. Centinaia di commenti che lo insultano e mettono in dubbio la spontaneità del gesto e la ricostruzione. E con una tale dovizia di particolari che anche a noi è venuto il dubbio di essere caduti in errore. Nuova verifica delle fonti – gli stessi carabinieri che hanno arrestato i tunisini a Mestre ci hanno anche fornito la dinamica dei fatti accaduti sul Brenta – nuova verifica dei testimoni.
È andata così. Lo scrivono anche giornali in linea con il pensiero salviniano. Ma il popolo della rete non si ferma, ora ce l’ha col Corrieruccio imbecille, buonista, che complotta per mettere in difficoltá il Capitano alle prese con l’affare Sea watch. E non importa che sull’edizione del 28 gennaio ci siano due pagine sui tunisini spacciatori e una sul profugo eroe. È inaccettabile che esista uno come Ousmane, che mette in dubbio per un istante le tue convinzioni, che ti fa sentire inadeguato anche per un solo secondo e offre ai nemici un pretesto per compattare l’esercito. È lui il vero pericolo, la vera minaccia per il popolo. A questo punto, se proprio bisogna scegliere, meglio Barabba.
(fonte:Corriere del Veneto, articolo di di Alessandro Baschieri del 29/01/2019)