I monaci di Thihirine - Annalena Tonelli
HOREB N. 3 del 2018 (81)
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
«La testimonianza di una vita autenticamente cristiana, abbandonata in Dio in una comunione che nulla deve interrompere, ma ugualmente donata al prossimo con uno zelo senza limiti, è il primo mezzo di evangelizzazione. “L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, - dicevamo lo scorso anno a un gruppo di laici - o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni”» (EN, 41).
Con questa sollecitazione nell’ormai lontano 1975, Paolo VI nell’esortazione apostolica “Evangelii nuntiandi”, invitava i credenti di allora, ma anche quelli di oggi, a non appiattire la vita cristiana su pie devozioni o su un apparato religioso senza Vangelo. Con questo invito si riallacciava alla tradizione più genuina e più antica della chiesa che, già dalle sue origini, ricordava ai cristiani a non essere parolai ma testimoni credibili del Vangelo. Ci piace ricordare, in quest’ottica, l’ammonimento di S. Ignazio di Antiochia: «State attenti a non avere Gesù sulle labbra e il mondo (la mondanità) nel cuore» e ancora, «è meglio essere cristiani senza dirlo che dire di essere cristiani e di non esserlo».
Il testimone, ovviamente, non è uno che vende parole o dottrine, ma è, prima di tutto uno che ascolta. Egli educato dalla Parola, ascoltata, meditata, pregata, si porta nel cuore il “patire” di Dio per il mondo così come si è manifestato in Gesù, che si è fatto umano ed è entrato nel quotidiano.
Testimone è chi si lascia abitare dallo Spirito di Gesù e, nella fragilità della sua esistenza, animato da Lui, impara a stare nella storia e ci sta da contemplativo, ammirando in essa la bellezza del creato e “i germi del regno”. Ma ci sta, anche, con occhi aperti sul cinismo e sulle situazioni infernali provocate dagli uomini, e diventa capace di assumersi la responsabilità di questa storia, senza separarsene, e senza creare per se spazi riservati, distinguendosi solamente per la passione e lo stile di Gesù che lo anima e, uscendo dall’indifferenza, prende posizione, a volte a “caro prezzo”, perché ogni uomo viva.
Nelle pagine che seguono ci piace proporre l’esperienza di alcuni fratelli e di una sorella nella fede, vicini a noi nel tempo, che animati da Gesù sono diventati trasparenza del suo volto e del suo amore appassionato, in contesti molto difficili seganti tragicamente dalla violenza e da strategie di morte.
Si tratta dei monaci di Thibirine e di Annalena Tonelli, cristiana laica, discepola di Cristo consacrata ai poveri e a Dio, come lei amava presentarsi.
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