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domenica 18 dicembre 2016

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n.4/2016-2017 (A) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea' "Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)

Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino

Vangelo:
 Mt 1,18-24



"Ho avuto paura"(Gen 3,10). Sono le prime parole che l'uomo rivolge a Dio nel giardino dell'Eden, per questo: "Non temete !" sono le parole che da sempre il Signore ripete a noi uomini quando lui si rivela: a Zaccaria nel Tempio (Lc 1,13), a Maria (1, 30), ai Pastori (Lc 2,10), e adesso a Giuseppe.
"Il Dio Altissimo, creatore del cielo e della terra" (Gen 14,19) compie ciò che mente umana mai avrebbe pensato potesse avverarsi, la sorpresa più incredibile e splendida che una creatura possa mai immaginare: concepire l'inconcepibile, il suo Creatore. Dio entra nella storia, la nostra storia, perché noi possiamo prendere parte alla sua. E lo fa assumendo la nostra carne, la nostra fragilità, affinché noi si possa accogliere la sua vita, così come Lui si palesa: un bambino piccolo, debole, povero. E lo compie colmando Maria della sua Grazia e tenerezza, coinvolgendola totalmente nella sua infinita storia d'amore per l'umanità. Maria è la prima di tutti i credenti, nel suo grembo verginale la Parola increata è divenuta uno di noi. Se allora vogliamo accogliere il Figlio, dobbiamo necessariamente prendere con noi, come Giuseppe, anche lei, Maria. "Non possiamo accedere, in via ordinaria, a Gesù se non attraverso la mediazione storica di chi lo ha accolto. Solo in lei, figura del vero Israele, troviamo la carne del Signore e il Signore che si dona ad ogni carne"(cit.). Giuseppe, il sognatore, è l'uomo dell'ascolto che mette in pratica la Parola, che nel silenzio obbediente realizza il sogno di Dio sul mondo. "E' il nuovo Adamo, immagine della Chiesa, che non ha più paura ma ascolta il suo Signore. Si risveglia dagli incubi della menzogna antica accogliendo la sua sposa, e con essa il Figlio stesso di Dio, sua vita" (cit.)