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domenica 11 dicembre 2016

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n.3/2016-2017 (A) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino


Vangelo: Mt 11,2-11


Il Battista, rinchiuso nel carcere di Erode e ormai prossimo al martirio, è perplesso, turbato da come Gesù sta vivendo il suo essere l'Atteso, il Messia. Giovanni non è colui che vive di certezze assolute, ma sa porsi in ascolto,  "non è un opportunista, una banderuola che si muove in tutte le situazioni per volgerle a proprio vantaggio, nessun vento lo agita, se non lo Spirito di Dio" Per questo motivo Gesù lo elogia indicandolo come uomo autentico. Al contrario, invece, delle sue attese, Gesù non è colui che ha in mano la "scure e la pala" per sterminare i peccatori, non fa piovere fuoco dal cielo per incenerirli: l'Atteso non corrisponde alle attese. 
Di Dio abbiamo quasi sempre una comprensione troppo umana, siamo dei ciechi che non vedono la realtà ma solo le nostre aspettative: da questa cecità Gesù è venuto a guarirci. Non dobbiamo allora attendere un altro ma piuttosto sono le nostre attese che devono essere altre perché è un 'Altro' che deve essere atteso. Era stato già annunciato: "Così dice il Signore: i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie" (Is 55,8). Gesù ci chiama a venir fuori dalle nostre ambiguità verificando le nostre attese con il suo vissuto, ci invita ad accoglierlo così come è, non come noi vorremmo che fosse. "Egli ci risponde rimandando alle sue opere, come se ci dicesse:
"Io-Sono colui che vedi attraverso ciò che faccio" (cit.). Gesù è il volto di un Dio scandaloso che ci sconcerta, è la Parola del Padre che ci converte da una mentalità di morte alla vera vita, è la manifestazione della tenerezza e della misericordia di Dio per ogni uomo, primi fra tutti i peccatori. Egli è la Parola del Padre che si fa fragilità e debolezza e che ci fa passare dalla morte alla vita, la fedeltà eterna al Suo progetto di amore che va al di là delle nostre attese e compie le sue promesse.