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sabato 24 dicembre 2016

“Anche questo Natale Dio è in grado di sorprenderci. Dobbiamo essere pronti” Mons. Pierbattista Pizzaballa

“Anche questo Natale Dio è in grado di sorprenderci.
Dobbiamo essere pronti”
Mons. Pierbattista Pizzaballa,
Amministratore Apostolico 
del Patriarcato Latino di Gerusalemme



Una tragedia la situazione 
dei cristiani in Medio Oriente




“Anche quest’anno, anche in questo Natale Dio è in grado di sorprenderci, ma dobbiamo essere pronti e aprire i nostri occhi alle sue sorprese”.

È iniziata così la prima conferenza stampa natalizia al Patriarcato Latino di Mons. Pierbattista Pizzaballa, nominato Amministratore Apostolico a fine giugno.

“L’anno che si sta chiudendo è stato un anno pieno di difficoltà e sfide” – ha continuato il vescovo, circondato dai vicari patriarcali William Shomali e Boulos Marcuzzo e dal responsabile della Pastorale Migranti David Neuhaus.

Siria, Iraq, Egitto hanno subito un’ondata di violenza mai vista prima.

“La situazione è drammatica anche per l'assenza della comunità internazionale che ha assistito impotente o involente a questa situazione che ha causato centinaia di migliaia di morti, di milioni di sfollati e di rifugiati. Mi auguro che adesso la comunità internazionale anziché sostenere divisioni e guerre sostenga lo sviluppo e la crescita di questa popolazione”.

A pagare il prezzo non è solo il popolo siriano o quello iracheno: l’attentato alla chiesa copta in Egitto, gli atti di vandalismo contro i cristiani in Terra Santa. La costruzione del muro di Cremisan, nonostante i numerosi appelli della chiesa, l’assoluto stallo del processo di pace fra Israele e Palestina. 

La situazione sembrerebbe critica. Eppure “non basta denunciarla”, insiste mons. Pizzaballa, “dobbiamo aiutare a trovare soluzioni, assumere la nostra responsabilità e continuare a costruire una mentalità di pace, partendo dall’educazione”. 

“La frustrazione e l'indignazione sono legittime e comprensibili, ma non portano a nulla, non costruiscono. Bisogna trasformare tutto questo in qualcosa di concreto, di positivo, bisogna guardare anche al bene che si fa, anche dentro questa atroce guerra ci sono state testimonianze di vita, di sostegno, di solidarietà che sono incredibili e che danno speranza”.

La fede di tanti profughi, la guida di Papa Francesco, pastore instancabile, l’accoglienza a lavoratori e rifugiati, l’avvicinamento fra le varie confessioni cristiane in Terra Santa, esemplificato dai lavori di restauro del Santo Sepolcro e della Basilica della Natività.

“Ci sono molte ragioni per essere frustrati, spaventati e preoccupati per il futuro”, conclude. “Ma noi crediamo come cristiani che questo bambino che è nato a Betlemme è la nostra forza”. 

“Quando tu attendi qualcuno tutte le fibre del tuo esser sono nell'attesa. Appena arriva il segnale lo percepisci. Se invece sei distratto lui passa e non te ne accorgi. Essere nell'attesa giusta, interiore, come comunità. Non adagiarsi, non guardare sempre a se stessi, guardare un po' all'altro e nell'altro poi ci si ritrova e ci si re-incontra. Il mio augurio è che il Signore ci dia la forza di portare avanti tutto secondo la sua volontà".



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Gli auguri di Natale di Mons. Pierbattista Pizzaballa




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